Dattolo (Udc) sulla manovra finanziaria
redazione | Il 23, Ago 2011
“Occorre una riflessione seria e ponderata che abbia come nucleo centrale un ragionamento approfondito e sereno sugli assetti istituzionali ed amministrativi della Calabria”
Dattolo (Udc) sulla manovra finanziaria
“Occorre una riflessione seria e ponderata che abbia come nucleo centrale un ragionamento approfondito e sereno sugli assetti istituzionali ed amministrativi della Calabria”
“Su questioni importanti e delicate quali la decisione del Governo Berlusconi di abolire le Province con popolazioni al di sotto dei 300 mila abitanti e la proposta di unificare in una sola sede la Giunta e il Consiglio regionale credo che occorra una riflessione seria e ponderata che abbia come nucleo centrale un ragionamento approfondito e sereno sugli assetti istituzionali ed amministrativi della Calabria, che devono essere posti al servizio delle esigenze di governo e di crescita della società regionale”. E’ quanto dichiara Alfonso Dattolo, capogruppo dell’Udc in Consiglio regionale, intervenendo nella discussione aperta in Calabria sulla soppressione delle Province di Crotone e Vibo Valentia e sulla ipotesi di unificazione della Giunta e dell’Assemblea regionale.
Continua Dattolo: “E’ auspicabile, perciò, un confronto lucido, che sia veramente scevro da vecchie logiche e libero da calcoli miopi, tesi, in qualche caso, a cavalcare l’onda e il clamore della contingenza. Insomma: sono convinto che siano indispensabili un dibattito e delle conseguenti iniziative concrete che devono investire la politica e le classi dirigenti calabresi nel loro insieme, a patto che si riesca, contemporaneamente, a guardare in termini critici al passato delle vicende politico-istituzionali di quarant’anni fa e alle esigenze attuali e, ancora di più, alla prospettiva di un futuro di sviluppo socio-economico e civile della nostra regione”. “Per quanto riguarda la decisione di sopprimere le Province minori – osserva l’esponente del partito di Pier Ferdinando Casini – ritengo che tale prospettiva sia particolarmente penalizzante per la nostra realtà regionale e considero necessario che la Regione Calabria assuma un’iniziativa ferma e decisa per contrastare tale prospettiva. Concordo, pertanto, con quanti hanno ventilato l’opportunità di impugnare per illegittimità costituzionale la relativa norma. Ritengo, infatti, più che fondata l’obiezione che si riferisce alla riforma del Titolo V della Costituzione che ha trasferito importanti competenze, deleghe e funzioni alle Province rendendole enti intermedi di rilevanza primaria. Senza dimenticare che, a conti fatti, una regione come la nostra, con poco più di due milioni di abitanti, con le attuali cinque Province, ha in media 400 mila abitanti ciascuna, pur con i confini dettati da fattori storici e orografici”.
“Con lo stesso spirito, attento alle esigenze di ricucitura e di ‘tenuta’ della governance del territorio, a mio parere occorre rispondere alla proposta di unificazione delle sedi di Giunta e Consiglio, presentata nell’ambito dell’esigenza di contenimento dei costi della politica e di superamento della cosiddetta ‘anomalia’ calabrese. Dico subito che non ricorro certo ad argomenti ormai superati, relativi al contesto della Calabria di quarant’anni fa. Penso all’oggi, ai risultati positivi, di ricucitura territoriale che il particolare assetto della Regione ha rappresentato, col Consiglio a Reggio e la Giunta a Catanzaro-capoluogo. Non è, forse, con estemporanee proposte che si possono riaffacciare logiche ormai superate nella coscienza civile dei calabresi? A volte mi sembra che proporre spostamenti di istituzioni – a Catanzaro, a Lamezia – ricordino le rivendicazioni di Umberto Bossi con l’insediamento di ministeri sparsi in Brianza e nelle valli alpine…” “Aggiungo al mio ragionamento – conclude Alfonso Dattolo – che può anche non essere condiviso ma non è sicuramente sospettabile di condizionamento ambientale nè localistico. E lo dico da consigliere regionale crotonese, residente a Rocca di Neto, che per venire a esercitare il proprio mandato a Reggio, spesso è costretto a trascorrere in auto anche oltre sei ore di viaggio.”
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