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Debiti fuori bilancio Rende, M5s vuole vederci chiaro

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Rende – Vogliamo vederci chiaro sui debiti fuori bilancio licenziati dall’esecutivo Manna e in particolare su quello inserito nel Consiglio Comunale del 12 aprile che, almeno sui giornali, profila l’ennesima pesante crisi di maggioranza. Per questo motivo procederemo con un accesso agli atti per verificare l’iter della pratica e la sua discussione in II Commissione Bilancio. Com’è noto si tratta di un debito prodotto nel 2008 per la costruzione di
un muro di contenimento nel Centro Storico.

Ma se davvero la ditta creditrice è riferibile al figlio della consigliera di maggioranza, Rachele Cava, che è anche la presidente della II Commissione permanente Bilancio, che ha licenziato la pratica procedendo alla sua istruttoria, allora si profila un grave e palese conflitto d’interesse nella scelta della pratica. Come mai questo debito arriva in Consiglio prima di altri debiti per i quali esistono già sentenze esecutive? E perché lo stesso era stato messo da parte dal Commissario Valiante per poi essere magicamente ripescato dall’esecutivo Manna?

Al di là delle questioni tecnico-finanziarie che sottostanno a questa infelice scelta dell’esecutivo, resta il problema politico del controllore politico e del controllato. Apparirebbe anche palese l’escamotage della Cava di non presenziare alle discussioni sul tema, quanto avrebbe dovuto semplicemente dimettersi da presidente della II Commissione.

Inconsistente in Commissione Bilancio (in cui non è presente il gruppo consiliare del Movimento 5 Stelle) anche il ruolo della minoranza, che ha tenuto nascosta la notizia ai cittadini senza sollevare il caso a tempo debito, lasciando il compito di critica politica ad una parte della maggioranza.

Come Movimento 5 Stelle prendiamo le distanze da questo modo di operare dell’esecutivo che aveva promesso un’operazione verità sui debiti fuori bilancio in campagna elettorale tranne poi rimangiarsi la parola, ed oggi appare chiaro anche il perché. Questa maggioranza non fa il bene comune come anche buona parte della minoranza che oramai inciucia con Manna alla luce del sole, garantendogli i voti favorevoli in Consiglio.