Del Bello Perduto, workshop con l’attrice Silvia Gallerano Ospite per un progetto sul suo nuovo allestimento
di Chiara Romeo
Si è svolto ieri un workshop, all’auditorium di Polistena, nonchè residenza teatrale, ormai da tempo, della compagnia Dracma – Del Bello perduto. Tutto è iniziato con le “prove aperte”. Si è assistito alla preparazione di una delle tappe-componenti dello spettacolo teatrale dal titolo provvisorio di “S -Chioma”. Presenti nella preparazione, durata due settimane, in cui si è cominciato a dar forma all’idea registica di Pasquale Idiv, sulla messinscena dei testi poetici di Mariangela Gualtieri (Chioma), gruppi di gente “comune” già formati e non, insieme agli artisti, per favorire processi creativi destinati ad allestimenti teatrali.
Si tratta di artisti che non hanno la permanenza di residenza, ma che sono già “grandi”. Questa componente è una delle nuove normative vigenti, ed è prevista dal Ministero dei beni culturali, che permette di ospitare e favorire – da parte della compagnia con residenza teatrale meritevole di un cofinanziamento teatrale – quelle compagnie che risultano particolarmente encomiabili, promuovendo la loro preparazione.
L’attrice Silvia Gallerano, nota al pubblico internazionale per il pluripremiato e provocatorio monologo La Merda, assieme al performer calabrese Manolo Muoio per la regia di Pasquale Idiv, mettono a disposizione del pubblico in anteprima, una parte di quello che sarà lo spettacolo finale.
Ci racconta il regista Idiv, che “all’interno della preparazione si possono trovare voci registrate da persone esterne, prese per strada per aprire il teatro al territorio attraverso il processo creativo in modo passivo ed attivo con delle voci registrate fuori campo da della gente comune come la cuoca presa al ristorante. Presi nelle situazioni più disparate, anche sporche, persone che non centrano nulla con il teatro”
Una prova aperta dove il regista ha coinvolto attivamente la cittadina polistenese, dal signore al bar al lavapiatti. Proprio qui la magia.
“Il lavoro dura 50 minuti – continua Idiv – e sottolinea il lavoro sull’installazione e sulla performance, mostrando anche le difficoltà attraverso l’interazione, dalla suggestione iniziale in testa, elemento magico che si crea dal comune al teatro”
La prima lingua è solenne, seguono varie lingue messe assieme. Un gioco dietro all’etimologia della scuola del teatro. A seguire, la prova della messinscena. Successivamente in conclusione il pubblico è stato invitato sul palco – tra cui l’Assessore alla cultura di Polistena Nelli Creazzo – per provare e raccontare assieme agli artisti, le suggestioni e le emozioni provate durante lo spettacolo, riproducendone le proprie interpretazioni.