Delianuova, Convegno su don Bruno Cocolo, parroco scomparso 6 anni fa Un incontro intenso dove sono emerse le caratteristiche che hanno contraddistinto la figura del compianto parroco: l’attenzione agli ultimi, la fiducia nella Provvidenza, il coraggio di costruire in un territorio difficile
Di Flora Giorgi
L’Associazione di Promozione Sociale intitolata al compianto Don Bruno Cocolo, ha organizzato lo scorso 5 maggio, presso il teatro comunale “G.Vocisano”, un convegno in ricordo del parroco di Delianuova scomparso 6 anni fa, dal titolo “ Quello che ho ricevuto vi dono – Un futuro sui passi di Don Bruno”. Sono intervenuti Suor Clementina Carbone presidente dell’associazione, Don Emanuele Leuzzi parroco di Delianuova, Giorgio Andolfi docente presso l’Istituto Teologico Calabro, Mina Sorrenti neuropsichiatra infantile Asp di Catanzaro, Maria Alfonsina Rechichi geriatra e direttore sanitario dell’Ente Morale Famiglia Germanò di Oppido Mamertina. Moderatrice dell’incontro Stefania Miscioscia docente presso l’Istituto Teologico Calabro. Un incontro intenso dove sono emerse le caratteristiche che hanno contraddistinto la figura del compianto parroco: l’attenzione agli ultimi, la fiducia nella Provvidenza, il coraggio di costruire in un territorio difficile. Don Bruno oltre a guidare la parrocchia di Delianuova ha altresì fondato la Casa Famiglia di Castellace per i malati di AIDS, il centro diurno per disabili a Oppido Mamertina, la RSA di Oppido Mamertina e la Casa di Riposo di Lubrichi. Miscioscia ha sottolineato l’importanza di non sprecare l’eredità preziosa che Don Bruno ha lasciato, “perché”, ha detto, “non basta solo ricordarlo ma bisogna continuare a fare ciò che lui ha fatto”. “Don Bruno è stato per me padre e maestro”, ha detto Don Emanuele, “dalla mia infanzia fino al suo ultimo respiro. E’ stata la guida di tante persone e ha seguito tante generazioni”. Il parroco ha letto uno scritto di Don Bruno dove parlava di una lucida follia che lo ha portato a fondare una struttura per aiutare e servire i più bisognosi ed emarginati. “La cultura della carità e della verità sull’uomo sorgente del nostro servizio nella società”. Questo il tema affrontato da padre Giorgio il quale ha incitato i presenti a continuare in questa cultura della carità che Don Bruno incarnava. La neuropsichiatra Mina Sorrenti ha portato una toccante testimonianza sul suo lavoro presso la struttura dell’Ente Morale, “dove”, ha detto, “il disabile era accolto, dove potevo lavorare senza guardare l’orologio, Don Bruno mi ha insegnato come si lavora con la disabilità, amandola e andando oltre la stessa e soprattutto a fare rete con le altre istituzioni, cosa che manca oggi”. Dai bambini agli anziani perchè, come ha sottolineato Miscioscia, “Don Bruno ha pensato a tutti”. L’intervento di Alfonsina Rechichi è stato quello di chi lavora ogni giorno con gli anziani e di questo periodo della vita umana ne ha sottolinealo le caratteristiche, “come il senso del limite umano che dà sapienza, la gratuità dei nonni ai nipoti, i consigli e il discernimento”, Infine Suor Tina, dopo aver raccontato anche lei quanto per la sua formazione cristiana e umana sia stata importante la figura del compianto parroco, ha parlato di questa associazione nata lo scorso 13 gennaio che persegue finalità civiche, solidaristiche e di utilità sociale sulle orme di Don Bruno. L’ultima testimonianza, un video di Don Bruno dove definiva i parrocchiani sua eredità e suo popolo.