Delianuova, mostra e convegno sul giornalismo L’evento, che si è tenuto presso la sala consiliare, è stato promosso dall’associazione culturale Mesogaia e dal Comune
Di Angela Strano
DELIANUOVA – E’ stata allestita all’interno del Municipio una suggestiva mostra emerografica che è stata inaugurata lo scorso 18 dicembre nel corso di un convegno sulla storia e l’etica del giornalismo. L’evento, che si è tenuto presso la sala consiliare, è stato promosso dall’associazione culturale Mesogaia e dal Comune di Delianuova; sono intervenuti: Pantaleone Sergi, giornalista e professore di Storia del giornalismo all’Unical, Nicola Rombolà, giornalista e docente di materie letterarie, il presidente dell’associazione Mesogaia, Fortunato Schiava, il commissario prefettizio del Comune di Delianuova Antonio Giannelli e Raffaele Leuzzi nel ruolo di mediatore nonché proprietario della preziosa collezione di giornali. Dopo i saluti e i ringraziamenti da parte di Leuzzi, Schiava ha spiegato com’è nata l’associazione che coinvolge cinque Comuni del circondario. Sergi, si è prima complimentato per la ricca collezione di quotidiani esposti ed ha quindi ripercorso la storia del giornalismo calabrese, “una storia”, ha detto “vivace fin dall’inizio ma spesso precaria”; si è quindi soffermato sul primo quotidiano calabrese, “L’Aspromonte”, sorto nel 1876 ad Oppido Mamertina ed ha sottolineato il fatto che di giornalismo di professione si può parlare solo a partire dalla fine del secolo XIX; Sergi ha continuato parlando dei giornali risorgimentali, della figura di Orazio Cipriani, del periodo fascista che non ha lasciato spazio alla stampa, del periodo proficuo del dopoguerra, degli anni 70 con i giornali di impegno politico e infine degli anni novanta con la nascita del Quotidiano e di altri giornali che lo hanno seguito. Rombolà si è soffermato sull’etica dell’informazione. “Omero ed Erodoto osservavano ed esponevano ”, ha affermato, “oggi con i social abbiamo perso la capacità di osservare e poi raccontare; la parola, strumento fondamentale non solo per il giornalista ma per l’uomo in generale, deve avere una misura, senza questa misura si arriva alla tracotanza, oggi abbiamo perso il valore etico della parola; il giornalista spesso non è libero perché deve ubbidire a logiche editoriali e così viene meno l’etica dell’informazione. Occorre – ha concluso – recuperare la dimensione profonda della parola”. La serata è stata intervallata dai brani eseguiti alla chitarra dal Maestro Marco Soriano e dalla recita, da parte di Domiziana Sapone, di alcune poesie pubblicate sui giornali d’epoca presenti alla mostra e incentrate in particolare sul Natale.