Delianuova, terza edizione del premio “Pino Anfuso” Riconoscimento dedicato, al giornalista Rai, scomparso prematuramente il 29 giugno del 2015
Di Angela Strano
Si è svolta, presso la liberia “Librarsi in Aspromonte”, la terza edizione del premio giornalistico “Pino Anfuso”, riconoscimento dedicato, appunto, al giornalista Rai, scomparso prematuramente il 29 giugno del 2015. Dopo i saluti del padrone di casa, Raffaele Leuzzi, e dell’assessore alla Cultura del Comune di Delianuova, Teresa Carbone, il direttore della sede RAI Calabria, Demetrio Crucitti, ha relazionato sul tema dei doumentari TV ed ha ricordato Anfuso come “ un professionista che riusciva a chiudere il servizio già mentre lo riprendeva, un punto di riferimento per la RAI calabrese”. Crucitti ha fatto altresì sapere che a breve sarà trasmesso dalla rubrica Rai Regione del sabato, il concerto, svoltosi lo scorso 17 giugno al Quirinale, dell’orchestra di fiati “G. Scerra” di Delianuova. Si è aperta quindi la tavola rotonda dal tema “Aspromonte un’opportunità”, alla quale sono intervenuti il presidente dell’Ente Parco d’Aspromonte, Giuseppe Bombino, lo scrittore Mimmo Gangemi, il giornalista Carlo Macrì, il presidente dell’Associazione Musicale “N.Spadaro” di Delianuova, Franco Palumbo, e il presidente dell’Osservatorio Ambientale per la Vita, Arturo Rocca; mediatore del dibattito, il giornalista Domenico Nunnari. Quest’ultimo ha illustrato il tema della tavola rotonda spigando che “l’Aspromonte, metafora della Calabria, spesso è interpretato da chi non conosce tale realtà, siamo noi stessi che invece dobbiamo raccontarla”. Bombino ha ribadito questo concetto, sottoloneando che, “chi scrive deve sì osservare e raccontare il dramma ma dentro il dramma deve vedere la bellezza, così come ha fatto Corrado Alvaro”. Macrì si è soffermato sulla responsabilità del giornalista nel comunicare i fatti di questa nostra terra mentre Palumbo ha parlato della orchestra di fiati come di una “bellissima realtà aspromontana portata avanti attraverso l’impegno dei ragazzi e del maestro Pisano, un gran lavoro che mette sempre al centro la musica”; anche Palumbo si è detto daccordo sul fatto che dobbiamo essere noi stessi a fare la narrazione della Calabria, “nella consapevolezza”, ha aggiunto, “che nessuno ci regala nulla”. Rocca ha ribadito l’importanza di essere noi gli artefici del nostro destino, “scoprendo la bellezza di questa montagna”. Infine Gangemi ha spiegato che nei suoi libri racconta “una Calabria che vuole mutare ciò che sembra immutabile ma si scontra con una Italia che sembra non voglia accetare questo cambiamento”. Dopo il ricordo commosso di Anfuso da parte di alcuni colleghi presenti all’evento, è stato consegnato il premio, rapparesentato da una targa opera dell’orafo Domenico Frisina, al giornalista Gregorio Corigliano il quale ha voluto ricordare la “bontà e la disponibilità umana di Pino, un professionista che non aveva bisogno di tante parole perchè si faceva capire con uno sguardo”. A consegnare la targa, la vedova di Pino Anfuso, Marisa Barbaro.