Della volpe e dell’uva (in una Calabria al tracollo e senza speranza)
redazione | Il 26, Apr 2011
I soloni della politica schivano le loro responsabilità e si nascondono dietro il facile alibi del pericolo di Mafia
di LUIGI MAMONE
Della volpe e dell’uva (in una Calabria al tracollo e senza speranza)
I soloni della politica schivano le loro responsabilità e si nascondono dietro il facile alibi del pericolo di Mafia
In questi giorni di passione, non solo religiosa, sia chiaro, ma soprattutto politica stiamo ascoltando moltissime dichiarazioni che i vari candidati alle prossime elezioni amministrative stanno rilasciando agli organi di stampa per giustificare il loro operato o i loro fallimenti.
In qualche caso davanti a coalizioni abortite, a liste non presentate o mal presentate e pertanto escluse, ad alleanze che avevano da farsi e non si sono fatte , sorge spontanea – davanti ai tanti, facili alibi – che gli anni e il rudimento del navigare a vista in siffatto tempestoso mare, dove fra flutti pelagici e onde di tsunami emergono e imperano opportunismo e ipocrisia, la constatazione di tutta la schiacciante attualità di Fedro e delle sue favole: la più importante e quanto mai calzante è proprio quella della volpe e dell’Uva. La volpe incapace di raggiungere l’uva, dopo aver a lungo tentato saltando e aguzzando il suo naturalmente fine ingegno, si arrese dicendo “non ne vale la pena, è acerba”
Così molte volpi sugli scenari politici calabresi. Solo che a queste latitudini sta prevalendo il malvezzo di nascondere e confondere l’incapacità o la non idoneità a tessere alleanze con lo spauracchio della mafiosità, latente o potenziale che sia.
Pertanto se non riesco a raggiungere l’uva potrò dire che è acerba ovvero che vi è il pericolo della mafia, delle infiltrazioni mafiose, del condizionamento mafioso e quant’altro in materia è divenuto espressione di dialoghi contrasti e confronti.
E se dovesse vincere un coalizione no gradita potrò attaccarla asserendo il condizionamento da parte della Mafia
Premesso che chi scrive è fermamente convinto che esista non la Mafia ma semmai “le mafie “, ovvero tanti e diversi sostrati delinquenziali di matrice ed estrazioni culturali e comportamentali diverse ma organizzate , coese e capaci di esercitare potere e canalizzare le scelte del potere al loro precipuo interesse e che dunque le mafie possano essere in se anche espressione di organizzazioni diverse e portatrici di culture – sia pur delinquenziali – caratterizzate dal perseguimento di interessi diversi o dal controllo in campi d’impegno diversificati e che non appare invece condivisibile il concetto che, in ogni caso, nella Calabria attuale tutto possa essere tacciato tout court di mafiosità come orami troppo facilmente si sta verificando si pone spontanea la domanda: Esisterà in Calabria una imprenditoria onesta o non mafiosa?
Esisteranno delle forze politiche oneste o non colluse con le mafie? Se esistono- come esistono – è giusto allora non lasciarsi andare alle facili demonizzazioni. Anzi intorno ai germogli buoni di questa società attaccata dalle metastasi del malaffare, lo Stato dovrebbe far quadrato, ma non solo a parole- o con la sola repressione o con la sola prevenzione ma anche con i fatti – per consentire agli onesti di amministrare, di affermare le riforme locali che necessitano, di risanare i bilanci ove necessario, di creare opportunità di lavoro. Tutto questo non accade. Sembra aver trionfato solo la logica della santa inquisizione (in luogo della più opportuna “Inquisizione della Santa”solo che al posto delle antiche accuse di eretismo oggi vengono mosse da molti araldi politici solo accuse di pericolo di collusione di candidati di questa o di quella lista con la mafia o con il malaffare e in forza di tale pericolo si minacciano scioglimenti d’autorità delle amministrazioni elette.
Se esiste una infezione virale al malato vengono somministrati antibiotici in dosi tali da debellare il virus. Quindi il povero malato- debilitato da siffatta terapia viene aiutato con massicce dosi di vitamine. In Calabria ormai da troppi anni si somministrano solo gli antibiotici, prescritti a gran voce da alcuni noti araldi che in qualche occasione avevano avuto anche argomenti validi ma che in molte altri non sappiamo se alla base di richieste drastiche vi fosse solo l’emulazione della volpe fedriana.
In ogni caso sono sempre mancate e mancano le vitamine. I comuni sono quasi tutti al dissesto, l’agricoltura è al collasso,il terziario non tira, La pubblica Amministrazione non assume, l’industria non esiste, le banche non favoriscono le imprese e non esistono neanche servizi pubblici degni di un paese civile, con la necessità di ulteriori spese per muoversi, per destreggiarsi in un apparato burocratico spesso all’empasse ed in più da qualche mese si è anche assediati da tonnellate di rifiuti
Che fare? Senza prete non si celebra Messa e senza lavoro, occupazione, creazione di condizioni di benessere diffuso, di miglioramento degli standard scolastici e di accesso all’Università la mafia non si combatte.
I toni trionfalistici che spesso fanno seguito a raffiche di arresti non li possiamo condividere più di tanto perché le mafie sono come la gramigna: si rigenerano e trovano linfa e humus nella povertà, nella mancanza di lavoro, nel disagio sociale e culturale, in condizioni di crescita civile e culturale scadenti, nella carente qualità dell’istruzione, nel disagio di non poter più andare all’università , nella difficoltà di poter trovare un lavoro, nella costante violazione delle attese dei capaci e meritevoli sempre e comunque svantaggiati rispetto ai figli di papà, ai figli dei baroni accademici, ai figli dei potenti e dei potentati politici del momento.
Siamo veramente al punto del non ritorno. Basta! Basta con le ipocrisie, basta con le favole di Fedro malamente ammansite ma mascherare la propria insipienza. La società nuova, quella che i giovani vogliono e che noi abbiamo il dovere di costruire deve essere diversa. Deve riscoprire valori grandi e universali di amore, fraternità e solidarietà umana, deve valorizzare i capaci e i meritevoli, deve difendere l’economia dei territori e delle macroaree poliregionalistiche valorizzando le produzioni nazionali e mettendo all’indice i prodotti figli delle spinte speculative della globalizzazione. La nuova società deve essere giusta, paritaria e onesta. Solo così si riuscirà a combattere vittoriosamente la mafia. I proclami degli araldi delle facili demonizzazioni se non accompagnati da azioni energiche a sostegno dell’economia e del lavoro, non fruiranno mai effetti. E gli anni passeranno. E il tempo volerà in questo stillicidio di attese, speranze e delusioni, e altre mafie all’ombra del disagio , del degrado, dell’impotenza e dell’ipocrisia si andranno a formare, rinnovando mali, guasti e metastasi in questa società orami allo stremo. Una società del cui sfascio la nostra generazione è corresponsabile e delle sui ragioni presto saremo chiamati a dar conto e giustificazione ai giovani che dietro di noi incalzano .
“E mentre essi parlavano, i Greci espugnarono Sagunto”. (Leggi: in mancanza di immediati interventi a sostegno dell’economia e del lavoro e altre mafie si riorganizzeranno sui territori e altri araldi politici di una antimafia sterile, di maniera e d’occasione continueranno a lanciare proclami, talvolta giustificati, talaltra a perenne esaltazione della narrativa di Fedro).
redazione@approdonews.it