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TAURIANOVA (RC), GIOVEDì 09 GENNAIO 2025

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Demetrio Naccari Carlizzi e Silvio Greco intervengono sull’emergenza siti inquinati

| Il 01, Feb 2014

Preoccupati per il rischio Terra dei fuochi anche in Calabria

Demetrio Naccari Carlizzi e Silvio Greco intervengono sull’emergenza siti inquinati

Preoccupati per il rischio Terra dei fuochi anche in Calabria

 

 

Riceviamo e pubblichiamo:

Quelle che usa il Governo regionale sono armi di distrazione di massa. Un gioco di
parole che vuole denunciare come si preferisca occuparsi, in sede di consiglio
regionale, di problemi contro i quali ormai nulla si può fare a causa del disimpegno,
della sottovalutazione e della poca, per non dire nulla, capacità di incidere sulle
scelte politiche del governo nazionale, anziché aprire un dibattito e un confronto
su un tema grave come quello lanciato negli ultimi giorni dal procuratore capo di
Reggio Calabria, Federico Cafiero de Raho. Il Capo della Procura reggina ha infatti
manifestato pubblicamente la sua convinzione che possa esserci una Terra dei
fuochi anche in Calabria. Cafiero de Raho ha parlato di un’attività di contrasto
su questo argomento non ancora compiuta nonostante lo sversamento di rifiuti sia
avvenuto tanti anni fa. Di fronte ad una denuncia di tale gravità il governo regionale
ha pensato fosse meglio occuparsi in consiglio del trasbordo dell’arsenale chimico
siriano nell’area di Gioia Tauro. Tema ormai obsoleto, visto che il trasbordo si
farà, in barba alla volontà dei calabresi, e che l’ipotetica richiesta di fare effettuare
i lavori per rottamazione della Costa Concordia probabilmente non reggerà poiché
sarebbe stato scelto il porto di Piombino, già attrezzato come cantiere e già destinatario
di un primo finanziamento. Non ci si preoccupa affatto invece dalla presenza sul
nostro territorio di aree inquinate e tossiche. Eppure i motivi di preoccupazione
reale ci sono eccome. Discariche abbandonate, centri storici invasi dall’eternit,
falde acquifere contaminate, in Calabria ce ne sono centinaia. Il numero esatto,
anzi, è 637, sparsi in tutte e cinque le province. A stilare questa lunga lista degli
orrori è stata la Regione Calabria nel 2009. Queste bombe ambientali erano infatti
state inserite nel “Bando di gara per la realizzazione dei piani di caratterizzazione
ambientale dei siti definiti a medio e basso rischio del piano regionale delle bonifiche”.
Da allora però tutto si è fermato e i fondi che l’Europa aveva stanziato per gli
interventi di bonifica rischiano di andare perduti.
Tra il 2005 e il 2009 la giunta regionale ha individuato (sulla scorta di indagini
dell’autorità giudiziaria, di procedure di infrazione comunitarie o a seguito di
specifiche informazioni) una serie di aree sulle quali si era ritenuto necessario
far partire degli interventi di bonifica. Il 23 marzo 2010 viene emanato il decreto
3662 con il quale si dava avvio alla procedura aperta per la redazione dei piani
di caratterizzazione ambientale, le attività erano inserite nell’ambito del POR Calabria
Fesr 2007 – 2013 per il recupero dei siti inquinati e alla loro messa in sicurezza,
con una copertura finanziaria di 6.527.600 euro. A giugno 2010, però, la nuova amministrazione
regionale di centrodestra ha deciso di rinviare i termini per l’apertura delle offerte
e ad oggi non si è mai proceduto alle successive operazioni di gara.
Il 7 dicembre 2010 la Giunta Regionale presieduta dal Governatore Giuseppe Scopelliti,
ha deciso di revocare, “in via di autotutela”, il decreto del 23 marzo 2010. Secondo
l’esecutivo di centrodestra era, infatti, necessario aggiornare l’elenco. Una mazzata
per le amministrazioni comunali che su quei finanziamenti avevano fatto affidamento
per poter intervenire sui siti inquinati. Ma il rischio è ancora più grande. E i
vertici della Regione ne erano a conoscenza. Tanto è vero che nella delibera di revoca
del bando viene inserito l’avvertimento dell’Europa circa il rischio di perdere i
finanziamenti. Sei mesi dopo la giunta regionale ha invece annullato il bando. Sono
passati tre anni dalla revoca e la caratterizzazione per i siti inquinanti sembra
essere scomparsa dall’agenda della priorità della Regione. Non si comprendono le
ragioni di questa indietro tutta che ha portato la giunta regionale a far cadere
nel vuoto gare e progetti.
Inoltre, vi è la questione altrettanto delicata dell’aumento sospetto di patologie
tumorali in determinate zone della Calabria. D’altra parte sappiamo bene quale sia
la capacità del governo Scopelliti nell’affrontare queste problematiche, visto l’andazzo
della procedura per l’istituzione del Registro Tumori da parte dell’Asp di Reggio
Calabria che ancora non ha visto la luce. Bisognerebbe invece intervenire con la
massima urgenza.

Il Consigliere regionale Demetrio Naccari Carlizzi e il Professor Silvio Greco