Democratici e Progressisti: “Occhiuto e Cannizzaro offendono i reggini, attacchi volgari e zero contenuti. Si vergognino e chiedano scusa”
«Respingiamo al mittente le ingiurie del Governatore Roberto Occhiuto, sceso in città per paragonare i reggini a dei “porci”. Una volgarità unica, un linguaggio oltraggioso, mai registrato in passato, che travalica dalla dialettica politica e istituzionale e che vede il presidente di una Regione, sostenuto da una claque di partito, offendere una comunità intera che, a suo dire, “non meriterebbe sviluppo e investimenti”. Investimenti che, in realtà, aggiungiamo noi, Reggio Calabria aspetta sin dalla notte dei tempi». Il gruppo comunale dei Democratici e Progressisti replica al comizio di Piazza Duomo dove «Forza Italia, o quel che rimane del partito azzurro, ha accolto, festante, le contumelie e le parole cariche di odio di un Governatore che continua a mortificare la più grande città della Calabria, unica Metropolitana di una regione che deve moltissimo al laborioso lavoro, alle fatiche ed ai sacrifici di commercianti, imprese e lavoratori reggini».
«Ció che lascia ugualmente attoniti – aggiungono da Dp – è l’indifferenza con la quale i peones berlusconiani abbiano lasciato fare e dire, avvalorando le ingiurie contro la città pronunciate dal palco di in una piazza che, un tempo, rappresentava il simbolo e l’orgoglio di una comunità umiliata e derisa da scelte scellerate che altri prendevano sul suo destino e le sue possibilità di crescita. Risatine accondiscendenti e timidi applausi, infatti, hanno fatto da contorno allo straparlare di Occhiuto».
«No, caro presidente della Regione – avvertono i Democratici Progressisti – “le perle ai porci” può anche andare a darle ad altri perché Reggio ed i reggini non se ne fanno nulla della sua carità e respingono, con forza, la sua arroganza e le sue farneticanti affermazioni».
«Reggio ed i reggini – continuano – aspettano risposte che il suo governo non ha mai dato, relegando la città metropolitana all’isolamento istituzionale ed i margini delle politiche regionali. Si vergogni e chieda scusa. Dica che è stato travolto dall’enfasi del momento o che il brindisi di piazza le ha dato troppo alla testa. Ammetta l’errore e torni a Reggio Calabria quando avrà buone notizie per la nostra città».