Depuratore, Iride attacca i sindaci della Città degli Ulivi Riflettori ancora puntati sulla richiesta di revoca dell’autorizzazione integrata ambientale alla Iam
Riceviamo e pubblichiamo
Il 13 novembre scorso l’Osservatorio Ambientale Iride è stato convocato per partecipare all’Assemblea dell’Associazione Città degli Ulivi, l’associazione di cui fanno parte i sindaci della Piana di Gioia Tauro, alla quale abbiamo sottoposto il caso “Metauros” e la nostra richiesta di revoca dell’Autorizzazione Integrata Ambientale alla IAM SpA indirizzata alla Regione Calabria. L’intento di questo Osservatorio era quello che anche i Sindaci della Piana chiedessero la revoca dell’autorizzazione al trattamento dei rifiuti industriali che giungono al depuratore consortile di c.da Lamia sulle cui modalità di smaltimento vi è da sempre il nostro sospetto e che alla fine è finito anche sotto la lente della Direzione Distrettuale Antimafia di Reggio Calabria.
A fondamento dell’istanza ci sono certamente i risvolti trapelati dall’indagine ancora in corso che ha portato al sequestro delle quote azionarie della società IAM e di altre società satellite (ricordiamo fra tutte la BM Service srl, società di autotrasporto di parte di quei reflui industriali in entrata al depuratore e la Biomatrix srls società che ne smaltiva i fanghi esausti in uscita dall’impianto). Alle illiceità ambientali riscontrate dagli inquirenti si aggiunge il più grave fenomeno dell’infiltrazione mafiosa e dell’estorsione di cui la IAM era “vittima” e quindi, “costretta” da questo, commetteva il reato contestato dalla DDA di attività organizzata per traffico illecito di rifiuti. Ciò segnala, e lo abbiamo riportato ai Sindaci pianigiani, che il settore dei rifiuti fa gola alla criminalità organizzata.
L’Assemblea a cui abbiamo avuto l’onore di assistere ed intervenire è stata, con nostro rammarico, poco partecipata nonostante i temi all’ordine del giorno fossero di primaria importanza. I sindaci presenti nell’aula consiliare del Comune di Palmi erano veramente pochi. La nostra istanza di far richiedere la revoca dell’Aia non ha convinto i primi cittadini della Piana che piuttosto hanno preferito una semplice e spicciola richiesta di maggiore controllo inviata alla Regione Calabria dal Presidente dell’Assemblea di Città degli Ulivi, l’Avvocato Idà che, nelle poche righe indirizzate all’Assessore Rizzo, non fa specifico riferimento all’indagine Metauros, né al traffico illecito dei fanghi esausti che avveniva con la complicità della Biomatrix Srls nella seconda zona industriale e pochi chilometri da Rosarno e da San Ferdinando (assente all’assemblea, a tal proposito, anche Tripodi, Sindaco di San Ferdinando che sulla vicenda “Biomatrix” avrebbe avuto senz’altro qualcosa da poter dire), né tantomeno viene citata la possibile infiltrazione mafiosa nel ciclo dello smaltimento dei rifiuti.
Nulla di ciò che è stato riportato dall’Osservatorio in Assemblea è stato riportato all’Assessore Rizzo. Razionale e preciso è stato l’intervento e la presa di posizione del Sindaco Oliveri, il quale si diceva pronto ad inviare la richiesta di revoca alla Regione, sarebbe stata quest’ultima poi a fare le proprie valutazioni di merito. Come sempre accorato, invece l’intervento del Sindaco Conia favorevole alla nostra richiesta tanto da sottoscriverla in diverse occasioni.
Superficiale anche la posizione del Comune di Palmi che, nel dubbio se fosse competenza di un Sindaco o meno avanzare la richiesta di revoca (lo è eccome), considerato che l’intervento della magistratura scongiuri per il futuro l’ipotesi che si verifichino nuovi illeciti, non vi è per il Sindaco Ranuccio ed il suo Assessore Nava la necessità di revocare l’Aia alla Iam. Già, probabilmente per il futuro si è scongiurata la possibilità che si commettano altri reati, la Iam non sarà più vessata dalla criminalità organizzata e il tutto sarà più trasparente e tracciabile, ma per il passato chi paga? Per ciò che è stato fatto al nostro territorio chi paga?
Se adesso che la Iam è in amministrazione straordinaria, se è improbabile che si verifichino nuovi illeciti a che serve chiedere OGGI un maggiore controllo? Il Procuratore nazionale antimafia Cafiero De Raho proprio dei controlli in merito all’indagine Metauros disse «Possibile che sia sempre un’indagine penale a intervenire per verificare la sussistenza di illegalità nella gestione di attività fondamentali anche per la salute? Ma i controlli sono previsti? E chi li deve fare li ha fatti? No, evidentemente, perché se li avesse fatti avrebbe rilevato le illegalità. Il sistema dei controlli non è adeguato alle esigenze». Il controllo adesso è come un vaccino dopo l’influenza. Non serve ipocrisia, serve prevenzione. Il ritiro dell’Aia alla Iam per noi è prevenzione.