Destre a convegno, Calabria Tricolore c’è Prove tecniche di dialogo in casa centro destra che a Reggio con una convention unitaria prevista per venerdì 13 prepara il gran ritorno. Della partita anche il giovane esponente politico cinquefrondese Marco Cascarano che con l'associazione Calabria Tricolore promette battaglia alle sinistre
di Giuseppe Campisi
Reggio Calabria – Si riorganizza il centro destra
calabrese e lo fa con una nuova mission in difesa del territorio
attraverso una manifestazione prevista per venerdì 13 maggio alle ore 17
presso l’auditorium “Calipari”, del Consiglio Regionale della Calabria.
Dopo aver passato la mano al centro sinistra ed aver perso la gestione
di numerosi centri amministrativi più o meno importanti la destra
calabrese, rimasta alla finestra con un ruolo piuttosto defilato, ha
deciso di rituffarsi nella mischia. “La manifestazione è stata
organizzata da tutti i partiti, associazioni e movimenti di centro
destra, per alzare la voce contro una sinistra incapace, arrogante ed
autoreferenziale” riferisce Marco Cascarano, consigliere comunale di
minoranza a Cinquefrondi e dirigente regionale di Calabria Tricolore,
l’associazione politico-culturale d’area e che aderirà convintamente
alla convention. “La situazione politica, sociale ed economica, è a dir
poco allarmante – prosegue Cascarano – e, mentre tutto questo accade,
continua la politica degli annunci, delle passerelle e delle basse
strumentalizzazioni politiche da parte della sinistra”. Cascarano, da
sempre critico verso l’operato del centro sinistra calabrese a tutti i
livelli, prende spunto dalla situazione politica attuale: “E’ arrivato
il momento – conclude il giova esponente politico – di dire basta alla
politica calata dall’alto, ma soprattutto è arrivato il momento di
ripartire anche dalle forze migliori, dall’entusiasmo e dalla
partecipazione popolare”. Un meeting dal sapore del congresso
post-forzista, promettono le destre riunite che si presentano tutte con
il loro leader di riferimento per rilanciarsi a pieno titolo, dopo lo
stop forzato dell’era scopellitiana, nell’agone politico regionale.