“Scopelliti mi aiuti a pagare le tasse universitarie”
redazione | Il 26, Mar 2012
E’ l’appello di un giovane detenuto in precarie condizioni economiche
“Scopelliti mi aiuti a pagare le tasse universitarie”
E’ l’appello di un giovane detenuto in precarie condizioni economiche
(ANSA) – PAOLA (COSENZA) – “Buongiorno, signor Presidente, chi le scrive è ristretto nella casa circondariale di Paola. Sono laureando in Scienze della Formazione, mi mancano pochi esami e la tesi di laurea”. Inizia così la lettera indirizzata al Presidente della Regione, Giuseppe Scopelliti, da un giovane detenuto nella casa circondariale di Paola. Massimo, questo il nome del laureando ha deciso di inviare la missiva alla redazione dell’emittente Teleuropa Network – affinchè le sue parole possano giungere al presidente della Regione. “Purtroppo, le gravi condizioni economiche – aggiunge – in cui verso, non mi consentono di proseguire gli studi universitari e di realizzare il sogno di laurearmi in carcere. Voglio lanciare tramite Ten un forte e accorato appello a lei, signor Presidente, per aiutarmi a pagare le ultime tasse universitarie affinchè i miei studi non vadano vanificati, ma abbiano un senso e con essi tutte le speranze di una vita migliore. Le confesso che non sarei riuscito a sopravvivere al carcere senza i miei studi, i miei libri, grazie ai quali il sapere divenuto passione, esplorazione della conoscenza per migliorare la propria anima e correggere gli errori del passato”. “La luce che filtra tra le sbarre – prosegue nella lettera Massimo – racconta di un mondo che c’è, esiste e sceglie per noi. Essere qui, a una manciata di metri, da quel mondo altro, mi spinge alla curiosità, ma devo restare immobile, impassibile senza vedere ne sapere. Ma l’impegno e la volontà sono sempre presenti in me per superare un passato deviante. Voglio che una volta, finito di espiare la mia pena, il futuro sia fatto solo di legalità. Credo che se ogni detenuto esce riabilitato dopo aver scontato la pena, tutti saremo più sicuri”. “Se fosse possibile – conclude – vorrei invitarla in carcere per stringerle la mano e ancora di più per accorciare le distanze con un mondo esterno che gira nonostante tutto. La ringrazio per l’attenzione concessa e spero di non aver tolto tempo ai suoi tanti impegni”.
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