Diabete: clonazione delle cellule per aiutare a guarire?
Giovanni D'agata | Il 29, Apr 2014
La ricerca condotta dalla Fondazione di New York per le Cellule Staminali
Diabete: clonazione delle cellule per aiutare a guarire?
La ricerca condotta dalla Fondazione di New York per le Cellule Staminali
I ricercatori della Fondazione di New York per le Cellule Staminali (NYSCF) hanno
annunciato che sono riusciti a produrre cellule che producono insulina per clonazione.
E se la clonazione potesse davvero aiutare a curare il diabete?
Gli scienziati che si sono occupati dello studio, hanno comunicato di aver utilizzato
tecniche di clonazione per produrre cellule staminali embrionali umane dalle cellule
della pelle di una donna adulta affetta da diabete, nella speranza che un giorno
potranno curare la sua malattia.
“Un altro passo verso il trattamento dei pazienti diabetici.” “Abbiamo fatto un passo
verso il trattamento del diabete attraverso le proprie cellule che producono insulina
nei pazienti”, ha commentato il capo dell’equipe che ha condotto lo studio pubblicato
ieri lunedì 28 aprile sulla rivista scientifica Nature
I ricercatori hanno trapiantato i nuclei delle cellule della pelle di una donna,
con diagnosi di diabete di tipo 1 in ovociti umani per generare cellule staminali
embrionali umane (hESC). Queste cellule sono poi stati usate per creare cellule beta
che producono insulina – la cui mancanza porta al diabete di tipo 1, una malattia
che appare di solito prima dell’età di 30 anni. Questa non è la prima volta che
tecniche di clonazione vengono usati per creare hESC, ma questa è la prima volta
che sono effettuate su cellule da un paziente adulto nella speranza di ottenere una
terapia specifica.
La clonazione rimante tuttavia una pratica assai controversa.
La tecnica della clonazione però, gode tutt’altro di unanicità tra i ricercatori:
“La clonazione ripetuta di embrioni e la generazione di cellule staminali da cellule
adulte aumenta il rischio di produrre embrioni umani per trattamenti per individui
specifici “, scrive Insoo Hyun, un bioeticista in un commento allegata allo studio
su Nature.
Fatto sta, rileva Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”,
si può aprire una speranza per migliaia di pazienti affetti da diabete in tutto
il mondo.