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TAURIANOVA (RC), GIOVEDì 09 GENNAIO 2025

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Diabete, nel Regno Unito il sistema sanitario inglese apre al trattamento bariatrico

Diabete, nel Regno Unito il sistema sanitario inglese apre al trattamento bariatrico

| Il 12, Lug 2014

Sviluppato dall’italiano Francesco Rubino

Diabete, nel Regno Unito il sistema sanitario inglese apre al trattamento bariatrico

Sviluppato dall’italiano Francesco Rubino

 

 

LONDRA – Grazie alla chirurgia bariatrica per la cura del
diabete di tipo 2 e alle recenti tecniche sviluppate dal professore
italiano, Francesco Rubino, centinaia di migliaia di diabetici non obesi in
Gran Bretagna potranno avere accesso al Sistema sanitario nazionale
inglese. Sono queste le nuove linee guida del prestigioso organismo
National Institute of Health and Care Excellence (NICE), il quale
suggerisce, alla stregua degli ottimi risultati ottenuti finora dalla
chirurgia bariatrica su pazienti “normali”, di “valutare” il trattamento
a carico dello Stato per pazienti diabetici non in sovrappeso nell’ambito
delle attività del National Health Service (NHS), che allo stato attuale
garantisce la sala operatoria soltanto a pazienti “over size”, ossia con un
indice di massa corporea (BMI, Body mass index) superiore a 40 punti. Le
nuove linee guida del Nice riducono a 30 il livello di BMI minimo per il
quale si deve raccomandare la chirurgia nei pazienti con diabete (nel resto
del mondo è 35). Questo potrebbe significare che centinaia di migliaia di
pazienti potrebbero essere considerati per il trattamento di chirurgia
bariatrica. I dati in possesso del National Diabetes Audit dicono che negli
ultimi dieci anni i malati diagnosticati con il diabete di tipo 2 sono il
71% del totale per questa patologia e che quasi la metà (47%) ha un BMI
superiore a 30. Questo significa aprire le porte del sistema sanitario
inglese a circa 800mila persone affette da diabete di tipo 2.

Il NICE, l’Agenzia governativa per l’eccellenza clinica in Gran Bretagna,
si occupa di stabilire le linee guida fondate su evidenza clinica,
indicando gli interventi che il Sistema Sanitario inglese potrebbe
garantire ai cittadini. Dato il prestigio dell’Istituzione e l’assenza di
simili Agenzie governative in altri paesi, le linee guida NICE sono spesso
utilizzate da altri sistemi sanitari europei, dunque in Italia dove le
stime sui malati di diabete sono all’incirca come quelle inglesi: 3
milioni. La chirurgia bariatrica è la nuova frontiera per la cura del
diabete di tipo 2 che è stata negli ultimi anni sviluppata e sperimentata
con successo dal professore calabrese Rubino, il quale ha dimostrato alla
comunità scientifica internazionale che con questo trattamento “salvavita”
– prima riservato ai soli pazienti obesi – si è in grado di rimettere la
malattia indipendentemente dalla chirurgia applicata per la perdita di
peso.

Proprio al King’s College di Londra, per rafforzare lo sviluppo di questa
terapia, è stata istituita lo scorso gennaio la prima cattedra
universitaria al mondo per la chirurgia bariatrica. Cattedra presieduta dal
professor Francesco Rubino che per anni ha operato negli Stati Uniti
dedicando ampi studi a questa tecnica oggi molto apprezzata dalla comunità
scientifica di tutto il mondo. Quest’ultimo sviluppo rappresenta una
ulteriore evidenza di come sia aumentata la considerazione e lo spessore
accademico-clinico della chirurgia negli ultimi 10 anni.
Agli inizi di Luglio sulla prestigiosa rivista medica “Diabetes – l’organo
ufficiale della American Diabetes Association (ADA) e principale rivista
scientifica diabetologica, ha presentato uno studio basato sulle tecniche
del medico italiano, che dimostra come il bypass gastrico (gastric bypass)
è capace di indurre la proliferazione di cellule beta (quelle che producono
insulina) nel pancreas. I risultati dello studio hanno mostrato gli aspetti
correlati alla teoria di Rubino. Primo: perché contribuiscono a spiegare la
ragione della drammatica efficacia di questa chirurgia nel diabete di tipo
2; secondo: suggeriscono che l’intestino possa giocare un ruolo chiave
nella regolazione delle cellule beta-pancreatiche (attraverso meccanismi
neuro-ormonali) e quindi aprono anche alla fascinosa prospettiva di poter
usare questi meccanismi per la rigenerazione delle cellule beta e quindi di
nuovi approcci anche nel trattamento del diabete di tipo 1 (non
necessariamente attraverso un intervento chirurgico ma per esempio
attraverso lo sviluppo di farmaci che abbiano come target questi meccanismi
intestinali.