Dichiarazione del candidato sindaco di Reggio Calabria, Carlo Sbano
redazione | Il 12, Mag 2011
“Vogliamo un voto libero”
Dichiarazione del candidato a sindaco di Reggio Calabria, Carlo Sbano
“Vogliamo un voto libero”
REGGIO CALABRIA – REGGIO CITTA’ DEL FUTURO Futuro e Libertà per l’Italia: a cominciare da Reggio. Vogliamo un voto libero. Ad esempio, per le migliaia di precari della scuola che, a fronte di 67.000 cattedre vacanti, qui sono stati messi in mezzo ad una strada dal trio Berlusconi-Gelmini-Tremonti. In città, inviati in missione dal ministro Larussa, vediamo ancora decine di militari che proteggono in stile mediorientale le sedi in cui vivono e lavorano i magistrati, anche dopo la scoperta dei sedicenti autori degli attentati che li minacciavano. Tuttavia, se pensiamo ai 200 laureati che a Reggio sono stati cacciati dal posto di lavoro nella scuola (e ai tantissimi altri che non vi possono accedere per il taglio brutale degli organici) osserviamo un governo che caccia via dalle scuole 200 professori, e di fatto li sostituisce con militari in assetto di guerra. E’ un brutto segnale questo, la rappresentazione vivente di come lo Stato tratta Reggio e la Calabria: meno istruzione e più repressione. E l’odissea dei precari, docenti e amministrativi, continua; graduatorie e concorsi che non scorrono, laureati che dopo 10 anni di servizio (sempre assunti a settembre e licenziati a giugno), hanno 1200 euro al mese (non avendo progressione di carriera), e ne spendono 200 per fare, a volte, da 180 a 300 chilometri ogni giorno su strade e autostrade disastrate. Una realtà che la disinformata superficialità del Corriere della Sera non intende capire. Forse le badanti straniere guadagnano di più. Una volta si poteva pensare che Berlusconi fosse contro la scuola pubblica, ma non è vero: lui è proprio contro la scuola, specialmente nel mezzogiorno. Ho una grande stima per i nostri militari che nelle missioni all’estero rischiano e a volte pagano con la vita per mantenere alto il nome dell’Italia. Per questo mi piange il cuore a vederli raccogliere i rifiuti a Napoli. Ministro Larussa, quanto costa un soldato in missione a Reggio? All’estero, dove rischia la vita, costa circa 4000 euro al mese (e noi ci risparmiamo l’elenco di professori assassinati dai mafiosi, o periti in incidenti mentre andavano al lavoro, ma senza soprassoldo). Di fatto, un soldato vale più di tre professori. Se è vero che un’ora di volo militare costa 30.000 euro, e un missile antiradar 200.000 euro, ci faccia capire il governo se non sia più saggio stabilire delle priorità, specialmente in favore del Sud. Ma i docenti, precari e di ruolo, non potrebbero andare a scuola sui mezzi di trasporto pubblico? Il fallimento totale del modello di mobilità urbana e territoriale dell’ATAM e dei concessionari non lo consente. Da anni abbiamo una Regione che versa in Calabria alle autolinee decine di milioni di euro per trasportare studenti e lavoratori. Di fatto, le autolinee usano i milioni pubblici per comprare bus da gran turismo che affittano lucrosamente in privato, mentre, sul versante pubblico, sono migliaia ogni anno le corse soppresse e interrotte, che lasciano a piedi intere comunità e utenti deboli, per la vergognosa fatiscenza delle macchine su cui non si spende un euro di manutenzione; al più, si smontano autobus nuovi per estrarre i pezzi di ricambio. Tutto il sistema si regge sul prepotere della motorizzazione individuale e privata su gomma, contro la mobilità collettiva, anche su rotaia. Ma è meglio avere 50 auto con una persona a bordo, o un bus che porta 50 persone? Ebbene, meglio 50 automobili: così l’ATAM incassa di ora in ora centinaia di migliaia di euro dalle strisce blu, poste illegalmente su strade in cui non si fa posto per il parcheggio libero. Ma sì, meglio 50 automobili, che coi loro scarichi rendono salubri l’aria e gli alimentari venduti dagli ambulanti a margine delle strade. Per indicare qual è il grado del fallimento programmato del trasporto pubblico, oltre ad osservare che non c’è alcuna politica ragionevole di dissuasione dall’usare mezzi a motore, basti pensare che Reggio è nei posti più bassi negli indici di vivibilità relativi a quante auto ci sono per famiglia: la percentuale devastante è quasi un mezzo di trasporto per ogni persona. E a coronare questo fallimento ci sono gli oltre 23 milioni di euro (44 miliardi di lire) spesi per quella che comunemente viene chiamata “la giostra”. Il tapis roulant che ha cancellato una strada importantissima, ricca di memorie archeologiche sugli ebrei, scacciati da Reggio il 25 luglio 1511, che lì avevano il loro quartiere, la Giudecca. Se questa Italia ha un ministro dell’Interno efficiente, qualcuno spieghi come, in una città dove il rischio sismico può determinare psicosi di massa, è possibile chiudere completamente una strada in cui vivono migliaia di cittadini, dove non può entrare un’ambulanza, un’autopompa, un’autoscala, una volante, un camion per traslocare, una mamma con la carrozzina portata in auto, un disabile accompagnato da un mezzo, un bus, un camion della nettezza urbana, e quant’altro. Col risultato che anziani malfermi hanno paura di salirci. E se questi soldi si fossero spesi per una teleferica verso la collina di Pentimele, o per alleggerire gli afflussi di auto e pazienti agli Ospedali Riuniti? E se una littorina portasse ogni mattina, d’estate, chi va al mare sulla ionica fermandosi ad ogni spiaggia? In una città dove non si muove foglia che mafia non voglia, forse aspettiamo di sapere cosa ne pensa il suo piano regolatore.