Dichiarazione di Vincenzo Speziali (ex indagato inchiesta Breakfast a Reggio Calabria) sul caso Cafiero de Raho e dossieraggio Ha ragione da vendere Maurizio Gasparri, in quanto appaiono incredibili adesso, le giustificazioni 'biancanevesche' di Cafiero, il quale insolentemente sostiene di non conoscere
Riceviamo e pubblichiamo
Benché il sottoscritto non è, notoriamente, un esponente di Forza Italia, riconosco onestà intellettuale e passione civico-politica, al Sen. Maurizio Gasparri, che conosco da molti anni, avendolo incontrato la prima volta con il defunto On. Elio Colosimo, leader storico della Destra Calabrese, ovvero la mia Regione.
Ciò premesso, condivido appieno -giammai, per fatto personale (tutto sono tranne che un miserevolmente miserabile meschino)- dicevo condivido totalmente le osservazioni in merito alla inopportuna presenza di tal Cafiero de Raho, in Commissione Antimafia (per di più nella veste di Vicepresidente), poiché appare chiaro come costui, sia ‘parte in causa’ (non so a che titolo e fino a che punto, benché saranno gli organi competenti a stabilirlo), nella vicenda del dossieraggio illegale, in seno alla DNA, di cui era Procuratore Nazionale, fino a pochi mesi prina di vedersi poi ‘cooptato’ in Parlamento.
Ha ragione da vendere Maurizio Gasparri, in quanto appaiono incredibili adesso, le giustificazioni ‘biancanevesche’ di Cafiero, il quale insolentemente sostiene di non conoscere -secondo le dichiarazioni ricordate dallo stesso Gasparri- il Luogotenente Striano, che ha lavorato al Centro DIA di Reggio Calabria, allorquando a dirigere la DDA era proprio de Raho e poi distaccato alla DNA, sempre a guida dell’attuale (e pro tempore) Vicepresidente dell’Antimafia. Ma allora, se non lo conosceva o non lo aveva mai visto -e la cosa mi sembra inverosimile- come ha potuto scrivere e firmare encomi e lusinghe ufficiali fantasmagoriche, proprio Cafiero de Raho, su tale militare della Finanza, cioè Striano, che a sua volta ammette illegalità nei metodi di acquisizione circa prove (le quali vedremo se reali o meno) nelle fasi di indagine, in varie inchieste?
O de Raho, per senso di opportunità, rispetto istituzionale, senso dello Stato e financo dell’onore, si dimette dal suo attuale incarico, oppure intervengano i Presidenti delle Camere, secondo la legge e i regolamenti parlamentari, alfine di sanare una autentica anomalia, la quale genera dubbi, perplessità e sconcerto.
Parimenti, confermo, nuovamente e per l’ennesima volta, la mia formale e ossequiosa richiesta, di essere audito dalla Commissione Parlamentare Antimafia, come da comunicazione inviata alla Presidente On. Chiara Colosimo, lo scorso 19 Marzo, proprio per rassegnare, anche alle Autorità Italiane, segnatamente l’Illustrissima Commissione, informazioni, documenti e autentiche ricostruzioni, circa metodi investigativi posti in essere da Striano e dagli Uffici Giudiziari, diretti da Cafiero de Raho, i quali metodi sono persino oggetto di un procedimento Giudiziario, presso la competente Magistratura Libanese, la quale ha identificato il sottoscritto ‘parte lesa e testimone’.