Dieselgate, inchiesta anche per Opel La casa automobilistica è soggetta ad un'indagine da parte delle autorità tedesche
L’incubo Dieselgate non sembra placarsi mai. Un portavoce del
ministero dei trasporti tedesco ha dichiarato all’AFP che “C’è
un’indagine ufficiale contro Opel riguardo a tre modelli diesel Euro
6”, aggiungendo che “nulla di definitivo” potrebbe essere confermato
prima dei risultati finali della procedura. Secondo Bild, l’agenzia
federale tedesca dell’automobile KBA, un fiduciario del settore
automobilistico tedesco, ha “prove evidenti” che il sistema di
gestione dei gas di scarico di alcuni modelli diesel Opel è
completamente chiuso, durante la guida “per ragioni che non possono
essere spiegate tecnicamente”. Questi sarebbero i modelli Cascada,
Insignia e Zafira. In totale, 60.000 veicoli sarebbero stati colpiti
in tutto il mondo, tra cui 10.000 in Germania. Avrebbero superato
“più di 10 volte” gli standard di emissione di ossidi di azoto,
scrive Bild. “La produzione attuale non è influenzata, tuttavia,”
continua il rapporto citando fonti all’interno di Opel. Lo scandalo
del motore diesel truccato ormai noto alle cronache mondiali come
Dieselgate è scoppiato nel settembre 2015, dopo che l’Environmental
Protection Agency (EPA) degli Stati Uniti ha accusato Volkswagen di
aver dotato 11 milioni di auto diesel, di cui circa 600.000 negli
Stati Uniti di un software in grado di distorcere i risultati dei test
di inquinamento e di nascondere le emissioni anche di 40 volte
superiori agli standard autorizzati. L’ipotesi su cui lavora la
procura è che sia stata compiuta una frode ai danni dei consumatori
montando software truccati sulle vetture prodotte dalla casa
automobilistica. Anche FCA era entrata in precedenza nel mirino delle
autorità statunitensi, per alcuni dei suoi veicoli sui quali sarebbe
stato montato il software che consente emissioni diesel più alte
degli standard. La multa massima che l’Agenzia per la Protezione
Ambientale potrebbe comminare è di 44.359 dollari per ogni auto che
viola le norme, per un totale, nel caso di FCA, di 4,6 miliardi di
dollari. Intanto nel Regno Unito, il governo sta testando le emissioni
della Grand Cherokee della casa automobilistica Jeep. Insomma, per
Giovanni D’Agata presidente dello “Sportello dei Diritti
[http://www.sportellodeidiritti.org/]” la vicenda dieselgate è
tutt’altro che conclusa e, pertanto, continueremo a monitorare
costantemente cosa accade nel resto nel mondo e le misure adottate
dalle istituzioni anche degli altri paesi, per poter intervenire a
tutela di consumatori e utenti della strada italiani per tutti i
modelli di veicoli che dovessero risultare coinvolti.