D’Ippolito assicura, Talarico resta cauto. Sulle sorti del tribunale lametino vige il dubbio della città
redazione | Il 01, Giu 2012
Cesare Materasso del Movimento civico “Salviamo il nostro tribunale a Lamezia: “Fino a quando non arriva qualcosa di scritto su carta intestata da parte del Ministero che ci assicura che Lamezia esce dall’elenco delle soppressioni, noi non ci fermeremo
di ANTONIETTA BRUNO
D’Ippolito assicura, Talarico resta cauto. Sulle sorti del tribunale lametino vige il dubbio della città
Cesare Materasso del Movimento civico “Salviamo il nostro tribunale a Lamezia: “Fino a quando non arriva qualcosa di scritto su carta intestata da parte del Ministero che ci assicura che Lamezia esce dall’elenco delle soppressioni, noi non ci fermeremo
di Antonietta Bruno
Quarto giorno di protesta forte e terzo di occupazione ininterrotta del tribunale di Piazza della Repubblica da parte dell’avvocatura lametina che, sostenuta anche dalle scuole e dall’intera comunità, sta portando avanti la sua battaglia contro la chiusura del più alto presidio di legalità cittadino. Numerose le richieste di impegni concreti e gli interventi delle associazioni locali e della classe politica lametina, provinciale e regionale, che si sono susseguiti in questi “giorni caldi”. Impegni di concretezza, soprattutto, che hanno “richiamato all’ordine” soprattutto la deputazione lametina, oltre che quella calabrese, a rivedere la vicenda soppressione in uno dei territorio più caldi della Calabria. In mattinata, l’ultimo intervento, o meglio rassicurazione, in ordine di tempo, è arrivato da Ida D’Ippolito che ha affermato la non chiusura del tribunale in questione. Affermazione, “ridimensionata” dalle successive dichiarazioni, sempre della stessa giornata, che arrivano invece dal presidente del consiglio calabrese, Francesco Talarico.
“Dagli ultimi incontri che abbiamo avuto con i vertici del partito e con l’onorevole Rao, pare ci siano buone possibilità che Lamezia non venga toccata dalla scure dei tagli” ha affermato l’esponente politico dell’Udc. “Ma la nostra idea, così come quella del presidente della regione Calabria Giuseppe Scopelliti, è quella di salvare tutti i tribunali insistenti sul territorio. Sarà questa la nostra battaglia e la proposta che porteremo al tavolo nazionale. Noi abbiamo un caso Calabria – ha aggiunto Talarico – è in questa regione che c’è la presenza forte e pervasiva della ‘ndrangheta, e non si può pensare che lo Stato combatte questo cancro, al di là delle belle parole e delle manifestazioni, togliendo e ridimensionando i tribunali. Questa è una cosa inammissibile. Ecco perché c’è la necessità che nessun tribunale in Calabria venga soppresso, anzi, c’è bisogno di maggiori forze di contrasto alla criminalità, di più magistrati e maggiori mezzi a loro disposizione”.
Talarico, durante l’incontro con i presidente dell’ordine dagli avvocati prima e con i togati subito dopo, ha poi portato ad esempio il “caso Sicilia”. Altre regione dove forte è la presenza della mafia, e proprio per questo esclusa dal piano del ridimensionamento. Poi la richiesta. Quella di continuare nella protesta comune e nel dialogo aperto tra classe politica e avvocatura. Dialogo, che per la verità si è cercato sin dall’inizio e che più forte si è fatto nel momento in cui l’Ordine forense ha deciso di alzare la voce e proclamare l’immediata astensione ad oltranza ed a tempo indeterminato delle udienze penali, civili e amministrativo.
Una presa di posizione forte, dunque, figlia probabilmente della mancanza di fiducia nella classe politica a più livelli, da parte degli addetti ai lavori, in questo caso, ma anche dell’intera città di Lamezia che in questi giorni di lotta, si sta attivando sia nel presidio in piazza della Repubblica, sia nella raccolta firme anti-chiusura.
E’ questa stessa mancanza di fiducia, supportata da vecchi come da recenti “scippi” alla città, che fa dubitare gli avvocati lametini, in primis il presidente del Comitato civico “Salviamo il nostro tribunale a Lamezia Terme” Cesare Materasso.
“Le rassicurazioni stanno arrivando – ha affermato l’avvocato – ma noi siamo concreti e alle ‘chiacchiere del politichese’, vogliamo e pretendiamo certezze. Fino a quando non arriva qualcosa di scritto su carta intestata da parte del Ministero che ci assicura che Lamezia esce dall’elenco delle soppressioni, noi non molliamo”. “Al momento – ha aggiunto Materasso – l’unica cosa certa è che questa occupazione e tutte le altre iniziative del Comitato, sono servite a sensibilizzare e smuovere quella politica sotto un profilo che fino ad ora era stato inefficace. Grazie a questo si è ottenuta l’attenzione sociale e dato vita a diversi interventi alla Camera da parte di tutta la deputazione calabrese. Tutto questo però non ci basta. Noi andiamo avanti sulla nostra strada anche perché la gente ci invita ad andare avanti”.
Riguardo poi il rischio sgombero, palesato più volte in questi tre giorni di occupazione continua dei locali giudiziari, Materasso anche per conto dei colleghi ha precisato “Il rischio sgombero c’è perché ci rendiamo conto che c’è anche un pericolo di ordine pubblico considerato che mai nella storia della Repubblica italiana si è verificato che un Palazzo di giustizia venisse occupato sia di giorno che di notte, quindi è giusto che le forze dell’ordine tengano attenzionata questa situazione, ma noi su questo dobbiamo anche rassicurarli sul fatto che la protesta continua in termini molto civili. Qui nessuno ha deturpato niente e noi vigiliamo e vigileremo assieme alle forze dell’ordine al che la protesta si mantenga in termini di civiltà e senza atti estremi”.
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