Discarica di Melicuccà, a due giorni dall’apertura finisce sotto sequestro
redazione | Il 31, Gen 2013
Il provvedimento è scaturito dopo gli esposti presentati da Legambiente e da alcuni Comuni. Calogero (Cgil): “Bloccato lo scempio”
Discarica di Melicuccà, a due giorni dall’apertura finisce sotto sequestro
Il provvedimento è scaturito dopo gli esposti presentati da Legambiente e da alcuni Comuni. Calogero (Cgil): “Bloccato lo scempio”
MELICUCCA’ (REGGIO CALABRIA) – I carabinieri del Nucleo operativo ecologico hanno sequestrato la discarica di Melicuccà, aperta martedì scorso su disposizione del Commissario per l’emergenza rifiuti della Calabria, Vincenzo Speranza. Il sequestro è stato disposto dalla Procura della Repubblica di Catanzaro per verificare se effettivamente l’impianto provochi inquinamento, così come sostenuto da Legambiente e da alcuni Comuni della zona, che avevano presentato alcuni esposti.
CALOGERO (CGIL): BLOCCATO LO SCEMPIO
La riapertura della discarica di Melicuccà e poi l’opportuno sequestro dell’autorità giudiziaria è la sconfitta della Regione Calabria, del sua Presidente e del Commissario che ancora una volta con questo atto politicamente arrogante certificano il fallimento del sistema rifiuti e rafforzano la loro idea di Calabria rappresentata dai tanti cumuli di spazzatura sparsi per tutta la Regione.
E’ la vittoria dei cittadini onesti , della forza delle Donne di contrada pomarelli, degli attivisti di Legambiente che hanno dato grande prova di democrazia e di indipendenza mettendo nella loro lotta al centro gli interessi generali e non quelli individuali, dei potenti e delle ndrine
E’ il teatro dell’assurdo, torbido, illegale che a volte, viene rappresentato dal potere delle legge che in mano alla pessima politica, per effetto di una deroga formale, che consente al Commissario di “servire “soluzioni addirittura inutili ; questo produce lo scempio ambientale attraverso l’autorizzazione di nuove discariche. E’ sotto gli occhi di tutti il disastro di una Calabria sommersa anche nei suoi angoli più belli di spazzatura.
Ci domandiamo a cosa può servire la riapertura della discarica di Melicuccà? Forse solo per imbottire, a monte, sopra la solita falda acquifera, il territorio di nuovi rifiuti? Speriamo che non si ripeta il solito film, come è stato in passato, di ritrovare in gioco gli interessi delle cosche. Ricordiamo, come monito, le molte indagini e le condanne della magistratura che già dal processo “rifiuti” dimostravano quanto la ndrangheta è pervasiva in quell’area e di come in passato, già in quella discarica aveva”potere”di guardiania.
Purtroppo i segnali cha arrivano confermano le nostre preoccupazioni. Infatti, se la notizia è vero, il Comune di Melicuccà pare voglia vendere alla società che gestisce l’Impianto la proprietà immobiliare del sito su cui sorge la discarica; quindi, privatizzando si riduce la possibilità di controllo pubblico in un settore in cui la trasparenza, in questi anni è stato, l’unico deterrente agli “occultamenti”.
Ancora una volta ci tocca ribadire l’inopportunità di riaprire l’impianto e non si giustifica l’accanimento a insistere nello stesso sito. E’ questo il “quid” che rafforza il nostro impegno a fianco di Legambiente, a difesa della salute dei cittadini e degli stessi lavoratori impegnati nella discarica.
Confidiamo, infine, che il lavoro egregio di acquisizione degli atti e di controllo e verifica che ha avviato la magistratura, per effetto anche del nostro esposto, possa in questi giorni produrre altri risultati di chiarezza e se esistono elementi di illeggitimità si possa non solo come è avvenuto in queste ore bloccare il protrarsi degli scarichi di un fos, “stranamente puzzolente”, ma anche accertare, in via definitiva, le responsabilità e chiudere definitivamente l’affare discarica.
Antonino Calogero, Segretario Cgil Piana di Gioia Tauro
COMMISSARIO: RISPETTO PER OPERATO PM
“Pieno rispetto per l’operato della magistratura che vorrà verificare la piena rispondenza del lotto aperto della discarica a tutti i requisiti previsti dalla normativa vigente”. Lo afferma in una nota il commissario per l’emergenza dei rifiuti in Calabria, Vincenzo Speranza, circa il sequestro della discarica di Melicuccà disposto dal sostituto procuratore della Repubblica di Catanzaro, Paolo Petrolo, ed eseguito dal Noe di Reggio Calabria. “La discarica – aggiunge – non sarebbe stata autorizzata per l’apertura se non dopo aver constatato il pieno rispetto, nell’esecuzione dei lavori, a quanto previsto dalla legge onde evitare qualsiasi rischio di inquinamento ambientale”. Nelle more l’ufficio del Commissario rendo noto che il progetto alternativo per portare gli scarti selezionati fuori regione partirà dalla giornata di domani, dopo aver ricevuto l’omologazione degli stessi scarti, dagli impianti di Crotone e Rossano e, nei prossimi giorni, anche dagli impianti di Alli di Catanzaro e Lamezia Terme tutto questo consentirà alla discarica di Pianopoli di ricevere una maggiore quantità di scarti proveniente da altri impianti calabresi.
LEGAMBIENTE: POSTO FRENO A SCEMPIO
“Un atto dovuto, che riafferma il valore della democrazia e pone un freno allo scempio del territorio, a tutela della salute dei cittadini”. Lo afferma Legambiente Calabria che, in una nota, esprime un “plauso all’autorità giudiziaria e ai carabinieri del Noe che hanno sequestrato la discarica di Melicuccà”. “Una decisione – prosegue la nota – che tiene conto delle denunce avanzate dagli ambientalisti, dai sindacati, dalla società civile – la discarica è stata costruita sopra la falda acquifera che rifornisce l’acquedotto della Piana reggina – e rafforza la determinazione degli abitanti della zona, nettamente contrari all’apertura dell’impianto. Una decisione che, in particolare, rappresenta ancora una volta una sonora bocciatura per la politica emergenziale delle discariche della Regione Calabria e del commissario straordinario, che prosegue ormai da un quindicennio”. Il responsabile del circolo Aspromonte di Legambiente, Mimmo Rositani, ha evidenziato che “salutando positivamente il blocco ordinato dalla magistratura ci auguriamo che il lavoro di verifica, innescato dalle nostre denunce, possa finalmente far luce sulle irregolarità nella realizzazione della discarica, accertare in via definitiva la non idoneità del sito e chiudere una volta per tutte la contesa, a tutela della salute dei cittadini”.