Disegno di legge teatro, parla Governatore Oliverio "Con questa nuova norma rispondiamo a una serie di richieste che si sono sollevate tra gli operatori teatrali calabresi". Interventi anche di altri politici calabresi
“Il disegno di legge sul teatro (17 articoli) approvato dalla giunta regionale con delibera 538 del 16 dicembre 2016, vagliato positivamente dalle Commissioni Cultura e Bilancio del Consiglio regionale, è il risultato di un confronto aperto con le compagnie di produzione e le imprese teatrali del teatro professionale e più in generale con tutti i soggetti che operano nel campo della promozione dell’attività teatrale.
Si tratta di un settore portante della cultura nel nostro Paese, che vanta una millenaria tradizione in questo campo, e le potenzialità che ha in termini di educazione e diffusione della cultura sono note a tutti. In Calabria da tempo si levava forte l’esigenza di una definizione normativa più solida che era del tutto insufficiente nella legge che viene abrogata proprio dal nuovo testo, ossia la legge 3 del 2004.
Con questa nuova norma rispondiamo a una serie di richieste che si sono sollevate tra gli operatori teatrali calabresi e che abbiamo recepito pubblicamente. Operatori che hanno pienamente condiviso l’evoluzione finale del testo. Nel contempo, si raggiungono obiettivi strategici che la giunta regionale ritiene fondamentali, come l’apertura a un numero maggiore di soggetti potenziali beneficiari, per offrire più opportunità di lavoro e circolazione della cultura nella nostra regione.
L’articolato della legge fornisce un quadro più ordinato dei settori di intervento mai contemplati prima in Calabria, andando a recepire anche impostazioni consolidate nei testi di legge nazionali sul teatro e lo spettacolo dal vivo. I settori chiave sono la produzione, la distribuzione e la formazione, proprio per qualificare i soggetti che operano nel teatro e quindi il pubblico fruitore.
Nel primo triennio, le compagnie di produzione che operano in Calabria potranno accedere al beneficio del contributo con una soglia più bassa (150 giornate lavorative), per consentire a chi è sempre rimasto fuori, specie in un contesto di crisi come il nostro oggi, di poter contare su un potenziale sostegno regionale. Poi, progressivamente, nel corso del primo triennio e degli anni successivi, i beneficiari dovranno dimostrare di aver accresciuto la propria attività per continuare a godere del contributo regionale. Questo innesca un meccanismo virtuoso che punta all’investimento in qualità nel settore.
Qualità a cui punta anche la definizione del sistema delle residenze teatrali, attuate assieme alle amministrazioni locali e che continuiamo a cofinanziare, anche in questo anno di transizione, per la quota maggioritaria con il Ministero dei Beni Culturali. Nella nuova legge, sono previsti l’organizzazione di un festival di carattere regionale affidato a un soggetto, pubblico o privato, che però non si infranga come altri esperimenti di festival a regia regionale del passato e la realizzazione di progetti speciali, che puntino a utilizzare le forme espressive del teatro con finalità di inclusione sociale, di valorizzazione delle risorse culturali e paesaggistiche come i parchi archeologici o i borghi antichi e le aree interne della Calabria. Così si dà pienamente modo al teatro di agire sul territorio con ricadute positive e virtuose.
Inoltre, è prevista la possibilità di concedere finanziamenti all’adeguamento delle attrezzature teatrali, delle scene e dei mezzi necessari allo svolgimento degli spettacoli, puntando alla qualificazione delle strutture in cui si compie l’attività teatrale in Calabria. Altre importanti punti introdotti sono il riconoscimento del valore culturale del teatro amatoriale, la definizione di centri di produzione teatrale, come già nei testi ministeriali, l’introduzione di un registro regionale del teatro per tracciare compiutamente tutto l’articolato mondo del teatro e avere un quadro chiaro e definito di soggetti e operatori che si candideranno al sostegno regionale.
Per poter dare concretezza alla nuova legge, oltre al consueto stanziamento di mezzo milione di euro nel bilancio regionale, è stato già iscritto un capitolo dei PAC 14/20 per il 2017 del valore di un milione di euro (azione 6.7.1 del Pac) dedicato al finanziamento di questa norma e degli articoli che producono spesa. Si tratta quindi di un intervento concreto e non di una promessa. Per cui, non appena sarà approvato, in tempi brevi, il regolamento di attuazione, si potrà definire la programmazione triennale e il conseguente piano annuale delle azioni sui diversi settori disciplinati nella nuova norma. E dare così avvio ad una nuova fase della storia del teatro calabrese sotto migliori auspici”.
WANDA FERRO (GRUPPO MISTO)
“Come minoranza ci siamo astenuti nell’approvazione della legge sulla programmazione e lo sviluppo regionale dell’attività teatrale, ritenendo che diversi aspetti della norma si sarebbero potuti migliorare, anche attraverso un dibattito più approfondito. Ad esempio sarebbe stato opportuno prevedere che i teatri beneficiari debbano avere sede in Calabria, e non solo essere operanti nella nostra regione, così come sarebbe stato opportuno rimodulare gli impegni di spesa relativi alle ristrutturazioni, che sembrano troppo esigui rispetto alle reali necessità.
La legge avrebbe dovuto soprattutto prevedere criteri meno ingessati e maggiormente rivolti alla valutazione della qualità delle proposte e alle reali ricadute sul territorio. Su criteri come quello dei 25 anni di attività non possiamo non evidenziare le forti tensioni e le riserve esistenti all’interno della stessa maggioranza, segno evidente di un percorso di stesura della legge poco condiviso e non privo di forzature.
Il nostro auspicio è che non si ripeta quanto avvenuto con il bando sugli eventi storicizzati, la cui gestione ha provocato la reazione indignata dell’intero mondo culturale calabrese. Una ulteriore grave carenza della legge riguarda il mancato sostegno ai principali teatri calabresi, come il Politeama – del quale la Regione è socio fondatore -, il Rendano, il Cilea, che hanno per le loro stesse caratteristiche alti costi di gestione. La legge non prevede alcun impegno della Regione su questi teatri, che senza sostegno pubblico difficilmente possono programmare e mantenere le stagioni, e soprattutto quell’attività di produzione che deve costituire un’opportunità di lavoro per tante professionalità e talenti calabresi, ma anche una concreta prospettiva per la sostenibilità del nostro sistema teatrale”.