Come migliaia dei nostri ragazzi, era pronto agli esami di maturità,
ma proprio nei giorni scorsi, quando si era ormai agli sgoccioli dalla
fatidica data prevista per la prima prova, aveva appreso l’amara
notizia di essere stato “non ammesso”. Un fatto che può sembrare
normale per uno studente con una condotta altalenante, ma non per
questo ragazzo che lottava ogni giorno con un proprio problema, la
dislessia, che riguarda migliaia di giovani ma è spesso
sottovalutato, per poter proseguire in quello che è un percorso agli
studi senz’altro più arduo e tortuoso per i giovani che ne sono
affetti. La vicenda, della quale ritiene utile darne la massima
diffusione, lo “Sportello dei Diritti
[http://www.sportellodeidiritti.org/]”, accaduta in un istituto
superiore della provincia di Brindisi non è finita qui perchè la
famiglia non si è abbattuta ne ha voluto accettare passivamente una
decisione che non aveva tenuto conto della situazione specifica del
proprio figlio e ha deciso di presentare ricorso al Tar Lecce
affidandosi all’avvocato LUIGI RENNA, consulente legale
dell’Associazione Italiana Dislessia e già presidente della sezione
leccese. Nel giro di pochissimi giorni il Tribunale Amministrativo ha
accolto il ricorso in via cautelare: in mattinata il ragazzo ha
sostenuto la prima prova. Nel decreto di sospensiva il Tar parla di
“estrema gravità ed urgenza della situazione, tale da non
consentire la dilatazione fino alla data della camera di consiglio”.
La famiglia, dopo aver presentato la documentazione con relativa
diagnosi dello studente, ha poi concordato un Piano Didattico
Personalizzato (così come previsto dalla Legge) e sottoscritto
congiuntamente al corpo docente. Laddove le misure pianificate però
non dovessero risultare idonee al raggiungimento degli obiettivi
scolastici prefissati, il piano didattico può e deve essere rivisto.
Ed è proprio a questo che si è appellata la famiglia. Nel ricorso
redatto dall’avvocato Renna si legge che “La scuola ha inviato sì
un sms alla famiglia per manifestare riserve sull’andamento
scolastico, ma non ha mai adottato una misura alternativa tale da
superare le criticità riscontrate. Le comunicazioni ai genitori si
sono poi interrotte alla soglia del I quadrimestre -si legge ancora-
peccando di quel monitoraggio costante che la norma in casi come
questi impone”. L’auspicio per l’Associazione Italiana Dislessia
che viene rilanciato anche da Giovanni D’Agata, presidente dello
“Sportello dei Diritti [http://www.sportellodeidiritti.org/]”, è
che il decreto lampo del Tar possa rappresentare quantomeno un monito
per la tutela dei diritti degli studenti affetti da disturbi del
linguaggio e non solo.