“Madonnina” Scroforio distrutta, riflessione don Manuli "Atti così violenti manifestano il decadimento morale e civile verso il prossimo e verso l’ambiente che ci circonda"
Passata l’onda emotiva e scandalosa per la distruzione dell’immagine mariana avvenuta sulla strada che congiunge Scroforio e Terranova S. M., (21.09.2018), – notizia pubblicata e diffusa dai social e su questa testata giornalistica -, sento a distanza di tempo e con animo pacato presentare alcune riflessioni personali.
Il nostro territorio si identifica con il fattore religioso, anzi la religione ha ancora un ruolo nella nostra società, è portatrice di valori, di salute morale e sociale, un aspetto che trova riconoscimento e rispetto anche da parte di chi non crede.
In diocesi è riconosciuto l’amore, la fede e la devozione verso un aspetto della religiosità popolare, la centralità di Maria, la Madre di Dio, la Madonna. Durante l’anno non mancano feste, processioni, memorie religiose, esse esprimono l’intensità della pietà mariana, un popolo che riconosce in Maria una presenza che la devozione del popolo la manifesta sotto diversi titoli: Madonna della Montagna, del Rosario, delle Grazie, del Soccorso, della Colomba, oltre ad altri che hanno un culto più fondato teologicamente.
In diversi paesi è tradizione in alcune vie costruire delle piccole edicole dove mettere dei santi o delle immagini mariane, un segno rilevante che continua ad unire il fedele alla presenza della divinità. Dopo questa prolusione, le domande sono diverse, ammettendo la difficoltà a trovare nell’atto violento di distruzione dell’immagine sacra il gesto di un insano o di un infedele. Al di là del credo religioso, il rispetto è un atteggiamento che prescinde dalla fede e rientra nei sentimenti, nelle virtù e in quell’equilibrato e sano vivere nella vita civile e sociale.
Il venir meno di questo riconoscimento desta un allarme in una società in crisi.
C’è da considerare – senza volerne fare un caso – che non solo è preoccupante il disprezzo delle realtà religiose che si esprime in atti violenti, altresì occorre riflettere il perché di alcune “deviazioni” come nella ricerca di santoni e di sette sataniche, “appagano” l’inquietudine interiore oppure per vincere la noia e la frustrazione si scarica questa energia aggressiva distruggendo e imbrattando monumenti civili e religiosi.
Ritengo che atti violenti e dissacranti come questo debbono far riflettere, non possono passare inosservati, essi manifestano il decadimento morale e civile il cui culmine si esprime anche verso il prossimo e verso l’ambiente che ci circonda. Vogliamo che questa società e soprattutto i più giovani abbiano immagini più belle di queste, e sperare alla sicura misericordia della Madonna verso chi perpetra questi “atti insani”, affinché superato l’episodio infelice registri altre pagine più edificanti.