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Domani lo sciopero dei lavoratori di Villa Betania

| Il 17, Apr 2013

I segretari di Fp Cgil, Cisl Fp e Uil Fpl di Reggio Calabria spiegano le motivazioni che hanno condotto alla proclamazione dello sciopero

Domani lo sciopero dei lavoratori di Villa Betania

I segretari di Fp Cgil, Cisl Fp e Uil Fpl di Reggio Calabria spiegano le motivazioni che hanno condotto alla proclamazione dello sciopero

 

 

Reggio Calabria – “Sono anni che va avanti la vertenza con i dirigenti di Villa Betania, struttura privata (no profit) accreditata con il Servizio Sanitario Regionale. Un centro di riabilitazione che da mesi non paga le mensilità pregresse ai suoi dipendenti e che è stato più volte chiamato in causa da noi, senza fornire alcuna risposta”. Così i segretari di Fp Cgil, Cisl Fp e Uil F.p.l. di Reggio Calabria spiegano le motivazioni che hanno condotto alla proclamazione di una giornata di sciopero per domani.

“Domani – sottolineano Franco Manunta (Fp Cgil), Antonio Cogliandro (Cisl Fp) e Antonino Azzarà (Uil Fpl), a partire dalle ore 10, da Piazza De Nava, si snoderà lungo tutto il Corso Garibaldi un corteo dei lavoratori di Villa Betania, affiancati dalle rappresentanze sindacali, sino a Piazza Italia. Qui, alle ore 13, è in programma un sit-in nel corso del quale verranno spiegate non solo le dinamiche che hanno condotto allo sciopero ma, anche, la situazione economica insostenibile che grava sui circa cinquanta dipendenti (di cui 36 con un contratto a tempo indeterminato) del centro di riabilitazione. L’azienda, infatti, deve a tutti i lavoratori sette mensilità arretrate. E si tratta – rimarcano i segretari – di un’azienda in attivo con 200 utenti attuali (bambini e giovani sino i 18 anni) e una lunga lista di attesa. Una struttura che gode di un forte riconoscimento a livello nazionale e in cui lavorano dei professionisti: neuropsichiatri, psicologi, logopedisti, psicologi, fisioterapisti ecc…”

“Per questo motivo – evidenziano – queste OO.SS. hanno deciso di scendere in campo, lottare al fianco di questi lavoratori che, ormai, vivono in una condizione di profonda precarietà. E lo faranno domani, manifestando per i loro diritti”.