don Filippo ACCORINTI (1819-1896) Altro personaggio de La Spoon River taurianovese del blogger Giovanni Cardona
L’antologia poetica del pianoro taurianovese del nostro blogger Giovanni Cardona, continua con l’esame di Filippo Accorinti, ricco possidente, in auge nell’ottocento ed appartenente ad una agiata famiglia di commercianti, estinta per tisi all’inizio del trascorso secolo; malattia che colpì ricchi e poveri, cancellando molte linee di confine tra le classi sociali ma, mentre i meno abbienti esibivano il pallore con rassegnazione secolare, i borghesi dissimulavano. Nascondevano. Seppellivano.
Con la narrazione poetica del Cardona, i defunti del pianoro taurianovese confessano i loro cedimenti e momenti di debolezza; riconoscono la loro fragilità etica e giuridica: la confessione mette in luce scomode verità celate e in questo modo le esorcizza.
Anche la malattia ha un suo percorso, dunque, e la letteratura lo segue fino in fondo. (G.C.)
don Filippo ACCORINTI (1819-1896)
Parghelia mi dette i natali.
L’amore mi sospinse
nell’amena contrada di Radicena
verso la metà del 1800
portando la mia mercantile arte
a contrattare in olio e lino.
Mia moglie Rosana Longo
mi donò la paternità
di numerosi figli
che vidi tutti erodere dalla tisi.
Ma qualcosa di umbratile
mi sorride dai margini delle perdite
nella cui dimenticanza vorrei
definitivamente precipitare.
Sul loro ricordo m’è accaduto
di rivivere tratti struggenti
di un’esistenza discreta
– da me rifuggita –
in cui potevo trasporre
le mie percezioni, desideri, rimpianti
vibranti di fronte al soffio del tempo
che col suo scorrere
li avrebbe cancellati
nell’atto di eclissarsi
con la mia epoca
con la mia stirpe
e con le mie eterne illusioni.