di Domenico Caruso
Sabato prossimo sulla rivista “Miracoli” verrà da me ricordata la nobile figura del Venerabile don Francesco Mottola che il 29 giugno 1969 è tornato alla Casa del Padre.
A distanza di 46 anni, nella Concattedrale di Tropea si è proceduto alla commemorazione.
Il Vescovo della Diocesi Mons. Luigi Renzo, durante l’omelia, ha affermato di essersi recato alla Congregazione dei Santi per informarsi sulla causa di beatificazione dell’umile sacerdote che non è stato “martire di sangue, ma lo è stato di amore, di sangue spirituale versato in 27 anni di sofferenze”.
Ecco la testimonianza dello stesso Venerabile:
«Io sono
una povera lampada ch’arde.
L’olio d’oro fu raccolto quasi a goccia a goccia,
con lunga pazienza e con amore grande:
l’olio d’oro che ricorda
la pressura dolorosa del frantoio
e l’umiltà
della raccolta su la terra nera.
Fu posto u vaso di coccio
e fu accesa
una lampada ch’arde
alimentandosi della sua morte.
E’ il segreto di tutta la vita:
una fiamma
che cerca spasimando i cieli
e si alimenta di morte.
Arde ancora la fiamma e,
finché il povero vaso di coccio
non andrà in frantumi,
arderà – cercando i cieli».
Conclusa l’inchiesta di un presunto miracolo, è stato affidato l’incarico di attuale postulatore a don Enzo Gabrieli, presbitero dell’Arcidiocesi Metropolitana di Cosenza-Bisignano.