dott. Giuseppe BALDACCHINI (1843-1878)
(Lo Speziale)
Fui Giuseppe Baldacchini
figlio di Filippo
il farmacista del paese.
Mio padre si trapiantò nel pianoro
agli inizi del 1800
provenendo da Amantea
– al cui illustre patriziato appartenevo
dal tempo della dinastia Aragonese –
con altri miei fratelli.
Dopo gli studi umanistici
la frequenza presso la Regia Università
un tirocinio presso una spezieria
e l’esame di idoneità
comprai una bottega vicina al Duomo
divenendo lo speziale di Radicena.
Le mie doti morali
certificate dal Parroco e dal Sindaco
mi abilitarono all’esercizio della professione:
grande era la responsabilità a cui ero chiamato,
riferita alla detenzione di sostanze velenose
o pericolose che solo io ero autorizzato a maneggiare.
Il mio lavoro fu immane
sperimentavo veleni da serpenti e rane
in alambicchi distillavo e separavo sostanze
per alleviare dei nativi infermi le sofferenze.
Nella miseria della povertà
la mia bontà faceva breccia
come un lampo divino
o una offerta insperata
nel buio del dolore e della disperazione.
Il mio tempo era il luogo dei saluti
dei berretti sollevati in aria
delle mani che si aprivano
e si richiudevano come gli occhi
dinanzi all’incedere del bacillo di Koch.
Dio fu la mia ombra
anche quando al declinare della luce
si avvicinò l’oscurità
come tara che mi condusse
alla infausta cecità.
Ora raccolto
nella tenebra segreta della mia morte
penso al tempo dedicato
all’amore e al dono
senza ostilità
mantenendo il mio segreto
che si confessa all’oscurità reticente
che ostinata lo conserva
nella semplicità del mio ultimo ritiro.