Dramma immigrazione, 80 profughi a Gioia Tauro Ospitati nella palestra del plesso scolastico “Tommaso Campanella”
di Domenico Latino
GIOIA TAURO – Continua il dramma dei profughi del mare che vivono in zone afflitte da un endemico stato di guerra e di povertà. Sono arrivati ieri a Gioia Tauro circa 80 migranti fra quelli già sbarcati a Reggio Calabria un paio di giorni or sono. Si tratta di uomini, donne, bambini provenienti dall’Eritrea, in condizioni di estremo bisogno e che sperano di poter trovare in Italia un briciolo di serenità e pace che non hanno riscontrato nella loro terra natia. Nel primo pomeriggio sono giunti i città a bordo di due autobus scortati da una volante della Polizia di Stato, accolti nei pressi del plesso scolastico “Tommaso Campanella” da una delegazione composta dal sindaco Pedà, dagli assessori Vazzana e Cutrì, dalla dirigente del settore Servizi Sociali, Matilde Pipino e dal Comando dei Vigili Urbani. La Protezione Civile, coordinata dal responsabile Pino Pratticò, già allertata per garantire il necessario sostegno, ha prontamente allestito all’interno della palestra della scuola delle apposite brande che ospiteranno temporaneamente gli immigrati ai quali sono stati subito forniti dei pasti caldi. Non si ferma dunque il dramma degli sbarchi il cui peso ricade principalmente sugli abitanti delle coste del Meridione d’Italia, in particolare la Calabria, terra abitata da gente ospitale, come testimonia lo slancio umanitario dei tanti cittadini gioiesi che sono giunti sul luogo per prestare direttamente assistenza e aiuto. Non si può però tacere il fatto che l’aumento della povertà e del disagio sociale rischia di accrescere ulteriormente la tensione considerato anche ciò che recentemente è accaduto a Rosarno, dove un immigrato ha perso la vita in seguito all’intervento di una pattuglia dei Carabinieri sopraggiunta per sedare una rissa. A Gioia, ieri, si leggeva un senso di smarrimento negli occhi di tante persone alle prese con un ambiente sconosciuto, molti di loro non riuscivano a farsi capire neppure in inglese e particolare tenerezza suscitava la vista di diversi bambini di cui alcuni fortunatamente alle prese con bamboline e giocattoli che con la loro innocenza ignoravano tutto il mondo circostante. I migranti rimarranno nel capoluogo pianigiano per almeno sette giorni prima di essere trasferiti nel centro di accoglienza più vicino. Nonostante gli appelli di Papa Francesco, che a Lampedusa tempo fa ha lanciato un grido di dolore al mondo perché i leader politici venissero sensibilizzati al fine di sdraricare definitivamente la piaga dei viaggi della speranza su barconi, bisogna registrare che, fino ad oggi, le sue parole sono cadute nel vuoto: l’integrazione diventa ogni giorno più complicata vista anche la cronica mancanza di lavoro che sposta verso il basso i conflitti sociali, specie fra disoccupati e stranieri contribuendo alla creazione di un clima che esaspera i conflitti e genera risentimenti. Non aiuta in questo senso la retorica anti migranti sconfessata ieri a Gioia Tauro dalla calorosa accoglienza degli abitanti del luogo.