Due telefoni cellulari in carcere calabrese, rabbia del Sinappe Il Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria regionale: "Sarebbe opportuno venisse emanata una norma apposita per il contrasto a questo tipo di accadimenti"
Riceviamo e pubblichiamo
“Basta! È impensabile che un manipolo di un paio di unità di polizia possa far fronte alle inefficienze di un intero sistema”: questo il severo monito del segretario regionale del Sinappe Roberto Magro in merito al recente ritrovamento nell’istituto di Siano di due telefoni cellulari. Lo stesso continua: “Ormai la tecnologia ha fatto passi da gigante, se prima un cellulare era un oggetto tutto sommato voluminoso e difficile da occultare (basti pensare ai device degli anni 90) oggigiorno ve ne sono alcuni che sono praticamente delle dimensioni di una normale sim. Ordunque è letteralmente impossibile riuscire ad individuare per tempo tali appari. Sarebbe opportuno, pertanto, schermare le strutture penitenziarie per risolvere ab origine ogni possibile problema magari utilizzando dei disturbatori di frequenza”.
Altro aspetto che il segretario pone in evidenza è quello delle conseguenze di un gesto come quello di introdurre un cellulare in un istituto di pena invero nonostante l’importanza che gli operatori attribuiscano ad un simile accadimento di converso non vi è la stessa attenzione da parte dell’ordinamento a livello sanzionatorio: “Infatti la norma applicabile in casi del genere è l’art. 650 C.p. che prevede l’inosservanza all’ordine legalmente dato dall’autorità. Già va fatto notare che trattasi di fattispecie contravvenzionale e quindi reato meno greve rispetto ai cd delitti, inoltre tale norma presuppone, per l’integrazione della fattispecie criminale, che vi sia un ordine legalmente dato: in altre parole è necessario che sia stato emanato un ordine di servizio relativamente al divieto di introdurre telefoni cellulari nella struttura penitenziaria. Sarebbe pertanto auspicabile, de iure condendo, che venga emanata una apposita norma per il contrasto a quel tipo di accadimenti che minano alla base la sicurezza interna dell’istituto con un adeguato impianto sanzionatorio”.
In merito al ritrovamento conclude Roberto Magro: “Un plauso va comunque fatto agli uomini e donne della Polizia Penitenziaria che con estrema professionalità e spirito di abnegazione, pur in una situazione di penuria di mezzi e unità, riescono a effettuare brillanti operazioni come quella effettuata dalle unità del carcere di Catanzaro e che ha permesso di ritrovare un oggetto non consentito. Almeno pur con tutte le difficoltà del momento il personale è sempre pronto a dimostrare la propria stoffa”.
Roberto Magro
Segreteria Regionale Sinappe