Duro affondo della stampa tedesca sulla situazione economica italiana
Gen 25, 2018 - Giovanni D'agata
“L’Italia è l’assoluto fanalino di coda dell’eurozona, messo anche peggio della
Grecia”: a dirlo non una voce di popolo ma l’autorevole quotidiano tedesco Die
Welt sulle pagine finanziarie in un articolo dall’eloquente titolo: “Se i greci
lasciano indietro gli italiani”. Un duro affondo che è acuito dal fatto che alcuni
economisti delle banche d’affari ritengono che anche con le imminenti elezioni italiane,
indipendentemente da chi vincerà, “non c’è da aspettarsi riforme di base”, come
sottolineato da Timo Schwietering, analista della banca Metzler. In pratica, per
il quotidiano della capitale “Solo riforme radicali, come in Grecia, potrebbero cambiare
qualcosa”. “Ma cose del genere non sono nel programma elettorale di nessuno dei contendenti
alle elezioni”.”L’Italia è l’unico paese dell’eurozona il cui livello di vita, dall’entrata
in vigore dell’unione monetaria, è diminuito”, prosegue Timo Schwietering. “Prima
l’Italia aveva un modello economico facile”, ha rilevato Daniel Hartmann, capo economista
della banca Bantleon, che si occupa del risparmio gestito. “Quando la congiuntura
si bloccava, si svalutava la lira, che ridava benzina alle esportazioni e rianimava
la congiuntura”. Dall’entrata in vigore dell’unione monetaria questo modello non
ha più funzionato e il paese dovrebbe abbassare i costi o aumentare la produttività.
“Il passaggio al nuovo campo all’Italia non è ancora riuscito”. Sarebbe necessaria
soprattutto una riforma dell’amministrazione: “le prestazioni sono scarse e per giunta
care”. Un permesso di costruzione costa tre volte la Germania, un procedimento giuridico
in Italia è di 3 anni, in Germania di uno e mezzo. Ed infine, la paura che nonostante
qualche timida riforma avviata, ci sia la possibilità che possa bloccarsi tutto,
sempre secondo Welt. Insomma, è evidente, per Giovanni D’Agata presidente dello
“Sportello dei Diritti” che la situazione percepita dalla stragrande maggioranza
degli italiani circa la dura crisi che attanaglia il Paese è confermata anche da
osservatori esterni che anzi, dipingono scenari ancor più duri per il prossimo futuro.