È alimentare l’ultima frontiera della contraffazione Trattasi di Made in Calabria stoccato e rivenduto nei nostri porti, clonazioni che non arretrano neanche davanti ai prodotti di qualità certificata
Frutta e verdura di provenienza estera, etichettate come italiane, anzi come Made in Calabria!
Questa è la situazione che gli imprenditori del settore agroalimentare calabrese vivono in continuazione, tutti i mesi dell’anno. Trattasi di Made in Calabria stoccato e rivenduto nei nostri porti, clonazioni che non arretrano neanche davanti ai prodotti di qualità certificata.
Pirati dell’economia che “giocano” col prezzo alzando le pretese per meglio camuffarsi, prodotti che scivolano alla svelta dai container, per confondersi, sfusi, sui banchi dei mercati.Il tutto si ripercuote sulle imprese impotenti verso prodotti realizzati con costi di produzione bassissimi.
Grano, olio, clementine e patate che arrivano sul territorio italiano e vengono venduti per prodotti di provenienza calabrese senza alcuna tutela alimentare per il consumatore finale. Si, perché, in alcuni paesi i disciplinari di produzione e la gestione dei fitofarmaci sono molto “flessibili” o del tutto assenti…
La globalizzazione e la liberalizzazione dei mercatisicuramente hanno determinato una ricaduta negativa sulle imprese agricole calabresi in continua trincea da importazioni illegali. Lo spot sulle contraffazioni o importazioni serve poco o niente!
Le istituzioni latitano, rimane solo il paziente e costante lavoro degli imprenditori che con la continua presenza dei propri prodotti sul territorio e sui mercati può far sperare che qualcosa possa cambiare,dallo scaffale alla grande distribuzione organizzata che dovrà iniziare a ritroso su tutta la filiera produttiva per tutelare i consumatori e il nostro Made in Calabria.
Il Presidente dell’Agri Coop Italia
Dott.ssa Innocenza Giannuzzi