In libreria “E’ della Calabria il miglior folk” Arriva il tredicesimo libro di Domenico Caruso
di Domenico Caruso
L’anno 2015 si è concluso con il mio tredicesimo lavoro: “E’ della Calabria il miglior folk”, in vetrina per il Gruppo Editoriale L’Espresso di Roma.
Il titolo è stato ripreso dalla stampa del 1972, allorquando il mio contrasto amoroso “Li molti vuci…” (definito “Canto d’amore”) è risultato primo assoluto per la Calabria e secondo nazionale nel concorso “Alla ricerca del folk italiano” – abbinato alla trasmissione televisiva “Adesso musica”.
Eppure, la RAI aveva riscoperto ben 23 mila brani-folk!
La composizione che allora contava 90 versi, dopo una laboriosa ricostruzione, oggi raggiunge i 130 versi.
Qualcuno si domanderà: “Perché un altro libro di folklore?”
Ebbene altri canti, che rappresentano un vero spaccato di vita del secolo scorso, figurano per la prima volta nel volume.
“O tempora! O mores!” è l’espressione enfatica di Cicerone per denunciare il malcostume dei tempi. Nel 1938 è bastato un bacio, durante il rapimento di una donna a scopo di matrimonio, a mandare in carcere tante persone. Nella società odierna, invece, perfino i delitti sfuggono ad una giusta punizione.
Così, dietro le sbarre, è nato un appassionato canto divenuto presto popolare.
Dal volume “Storia e folklore calabrese” del 1988, edito a mie spese e divenuto materia di antiquariato, ho riproposto alcune pagine di sano umorismo che gli avi narravano accanto al focolare dopo il duro lavoro dei campi.
La facile penna del pittore Pasquale Musolino, scomparso nell’anno da poco trascorso, aveva interpretato le simpatiche vicende.
“Pro captu lectoris habent sua fata libelli”: il nostro auspicio è che il libro incontri il consenso dei lettori.