E nemmeno questa volta il sindaco di Taurianova è caduto! I “ventagli” delle responsabilità in un caldo asfissiante (in tutti i sensi), e il fedele alleato apotropaico di Scionti che non lo tradisce mai
Mai fu così tragicomico lo scenario delle aspettative, visto ciò che ha preceduto quella (sperata da tanti, dentro e fuori), apocalisse dagli infiniti sensi e di (s)pregiudicati momenti. Così tanto attesi i preliminari, così deludenti perché il “bersaglio” cadde nel suo stesso “letto”, prima di essere posizionato. Quel “drammatico” clima dell’ultimo consiglio comunale, tragico e al contempo liberatorio come aria nei polmoni fresca di montagna, dove anche la mitologia, in quel di Taurianova è resa stravagante e revisionistica: Procuste e Teseo (l’assassino e chi lo uccide), le stesse persone, racchiuse in un unico corpo. L’aria calda e asfissiante in quell’inopportuna convocazione mattutina, con una maggioranza già decimata di suo e con un uomo in meno, a causa di una “storiaccia” dalla quale ancora oggi credere, è ardua impresa. Quale miglior occasione di mettere al tappeto Fabio Scionti e la sua “armata Brancaleone”? “Vi mando in galera!”. Ma nessuno ancora non vuol fare i conti con l’alleato più fedele del sindaco, il proprio culo. Il miglior alleato da oltre tre anni e mezzo che non l’ha mai abbandonato. “Vi mando in galera!”.
C’è un consiglio comunale convocato alle 9 di mattina, ci sono solo otto voti a disposizione però ne servono nove altrimenti non passa né il Documento di programmazione (con la stabilizzazione di 19 ex Lsu/Lpu) né il bilancio di previsione, pena l’epilogo della consiliatura. Ma la maggioranza, nonostante fosse rimaneggiata si presenta lo stesso e si apre il consiglio comunale. Inizia l’era dei ventagli, dal sempre attento e uomo di grande spessore come Forestieri, che sempre attento alle dinamiche degli eventi e pronto sempre a intervenire, ma un ventaglio di Taormina gli impedisce di esprimersi come vorrebbe, e resta silente (per l’ennesima volta). “Vi mando in galera!”.
E così tra ventagli di Taormina e altri di color rosso alla Lady Windermere in style geisha geriatrica, si assiste al valzer delle responsabilità “per il bene della città”. Ci sono i tre componenti degli “Innamorati” capeggiati da quel vecchio volpone qual è Biasi (nonostante fosse “addobbato” con abiti da ventenne, in un misto tra un hippie e i pantaloni ristretti, sicuramente dall’acqua perché forse utilizzati molte volte per attraversare guazzi o torrenti), più Filippo Lazzaro e Sposato. Al valzer non partecipano tre consiglieri (Morabito, Nicolosi e Versace) in quanto si sono astenuti (anche sul Dup). “Vi mando in galera!”. Mah…ehm, ma senza nulla a pretendere eh, sì certo, senza responsabilità, “forse non meritiamo nemmeno di esistere”, scrisse il grande Saramago, ma io vi chiedo (perché io già lo sapevo), se Scionti non avesse saputo che quel bilancio non fosse stato approvato, secondo voi si sarebbe presentato lo stesso? Abbiamo assistito a molte furbate in questi anni per far saltare consigli comunali, no? Ma se Scionti non avesse avuto la certezza che con il solito “esente ticket” Sposato (+ uno), avrebbe mai accettato di mettersi alla gogna come uno sprovveduto? “Il vero è l’intero” hegeliano, l’assoluto significato della verità (nella foto è descritta tale verità anche per la posizione dov’è seduto). Ergo. L’assunzione di responsabilità è stato un atto nobile, soprattutto per i 19 ex Lsu/Lpu e chi sarà stabilizzato saprà ringraziare chi ha permesso tale condizione, approvando la scelta della maggioranza e che ha avuto l’apertura sui criteri di selezione da parte della maggioranza (e quelli che ovviamente hanno votato favorevolmente). Siamo seri, quei punti all’ordine del giorno sarebbero passati con già alla base, dieci voti favorevoli (sic!). “Vi mando in galera!”. Tranne quello della “variazione di bilancio”, l’ultimo punto che…ma che, vabbè, lasciamo perdere. Comunque, siete in buone mani eh! “Vi mando in galera!”.
E ora? In attesa delle inevitabili e non più prorogabili dimissioni da parte di “Procuste” Falleti, in quanto richiesti esplicitamente dal sindaco Scionti e credo da tutta la sua maggioranza perché venuto meno il rapporto di fiducia, oltre alla rabbia (giustificata) per un triste verità, da quanto si era appreso la sera prima del civico consesso (così si dice, ma io non ci credo. E può darsi che mentre io sto scrivendo, si trovano sopra il tavolo del presidente del consiglio comunale.
Entrerebbe così in scena Daniele Prestileo, primo dei non eletti in quota PD. Ovvero quello che in ogni parte descrivevano come un pericolo da evitare peggio della lebbra, un virus contagioso che avrebbe fatto cadere la maggioranza ed è per questo che all’epoca, convinti di ciò, hanno costretto a dimettersi quel batuffolo grazioso di “nebbia” della Patrizio, sacrificandola dopo le dimissioni di Dario Romeo (come un panino e una birra allo “street food”). Nella “Lanterna di Diogene” del 9 marzo scorso, scrissi a chiare lettere che Daniele Prestileo non avrebbe mai assunto la posizione del distruttore dell’era Fabio Scionti, e siccome ho avuto modo di parlare con lui, mi ha sempre ribadito (e confermato) che i suoi elettori l’hanno votato per stare con il candidato a sindaco Scionti e non con un altro. Parliamoci chiaro, Prestileo le elezioni le ha vinte, è un consigliere di maggioranza a tutti gli effetti e come tale si comporterà dopo le dimissioni di Pino Falleti. Ha sempre dichiarato che il problema ce l’ha avuto con il Pd e non con il resto, ma su una cosa è rimasto fermo, sia allora che oggi, “Fabio Scionti non se ne andrà mai a casa per colpa mia”, “Non sono una persone addomesticabile, voterò secondo coscienza, ma non sarò mai quell’apocalisse che mi hanno descritto”. Non sono mai stato smentito dallo stesso. Quindi, già all’epoca, per ribadirlo nuovamente (come lo feci allora), far dimettere la Patrizio è stato un errore, dettato da chi? Beh, le “vie del signore sono finite”, era il titolo di un bel film di Massimo Troisi, affidiamoci alla provvidenza. Ma ora lo scenario è
Intanto c’è da dire una cosa ed è quello che ha scritto in quelle carte che hanno coinvolto Falleti, dalla procura antimafia, che, «Orbene, ciò che sta accadendo da tempo a Taurianova induce a ritenere che l’attuale maggioranza di governo sia invisa o comunque l’operato della stessa sia “non condiviso” dalle locali cosche di ndrangheta (…)». Ed è già un’affermazione fondamentale che lascia ben sperare per quanto concerne il rispetto della legalità. E poi ci sarebbe la questione politica, in quanto ci sono due assessori “sospesi” che in virtù di accordi politici, dovrebbero essere nominati, ma, alla luce di quanto accaduto e di quello che oggi sono le realtà in questioni di numeri nella maggioranza, verranno ancora nominati? Allo stato attuale Scionti non cade, ha nei momenti cruciali almeno dieci voti (e forse 11) a suo favore (compreso quello di Prestileo quando e se sarà surrogato). Il tramonto è lontano, ma l’alba cosa ci riserverà?
Don Chisciotte senza Mancia
(GiLar)