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TAURIANOVA (RC), DOMENICA 08 SETTEMBRE 2024

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E siamo arrivati al 2019…che anno sarà? La corda tesa della speranza

E siamo arrivati al 2019…che anno sarà? La corda tesa della speranza
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Prefazione “La speranza ha due bellissimi figli: lo sdegno e il coraggio. Lo sdegno per la realtà delle cose, il coraggio per cambiarle”. (Sant’Agostino)

“Eppur mi son scordato di te…”, potrei iniziare con questa famosa canzone di scritta da Lucio Battisti, ma non è il caso perché la memoria (per chi ne fa buon uso), ha un ruolo fondamentale nella vita. In quanto aiuta a ricordare ciò che altri vorrebbero dimenticare cosa c’è “dentro gli armadi”, ma che purtroppo sarà sempre un’ardua impresa da sotterrare.
È terminato un altro anno con un tempo grigio. Un altro anno che si è contraddistinto ancora con l’accentuarsi della condizione dell’iniquità, degli abusi, dei torti come delle violenze. Un anno in cui sono aumentate le disparità e i privilegi, questi ultimi riservati molto spesso a personaggi discutibili, dalla losca morale che bramando benessere, impongono il loro assurdo potere in ogni angolo, dalla parte locale a quello regionale fino ad arrivare in alto, intriso di falsità e di ridicolo. Sostenuti dal doppiopesismo dei parassiti occasionali.
I cuori si induriscono sempre più, così come ogni sensibilità si attenua, sostituite dall’odio sociale e dal quel buon mercato dell’intolleranza, per alcuni ciò è rassicurante, consolatorio, ma nella realtà, tremendamente inquietante. La bugia, le mistificazioni e le astuzie della doppia morale vincono e prevalgono sul’ingenua condizione dei deboli, accrescendo quella “malattia sociale” che ci porta verso il peggio. Ma noi siamo qui, a farci gli auguri per il nuovo anno, a elargire sorrisi ed entusiasmo come se il resto non ci appartenesse. Sempre a rievocare antichi sentimenti nell’affannosa disperazione di trasformarli, illusi, in fresche speranze per il futuro.
Ci danniamo per inviare messaggi preconfezionati a tutti, con la frenesia di rientrare nella vita quotidiana fatta di palesi finzioni e di ciò che non c’è, non esiste, vive nell’immaginazione di un surreale domani che inquina ogni rapporto umano. Una dimensione fosca e malata che ci circonda, come una coltre di nebbia puzzolente di ipocrisia e trasformismi per opportunità. Una “cloaca” che si nota in quegli ambienti dove la lingua aziona quel meccanismo della genuflessione. Dove il peggioramento degli slanci e stati d’animo che vorrebbero tendere al bello e alla gioia come dell’amore verso gli altri, viene soffocato da un egoismo sempre più opprimente.
In ogni caso, noi gli auguri, facciamoli lo stesso perché in fondo il nuovo anno è fatto di speranze, destini e fortune collettive che non mutano se non riflettiamo e ci guardiamo dentro, e se non cerchiamo di ribaltare ciò che sembra ineluttabile e che forse, non lo è…
Questa rubrica cercherà o meglio, tenterà di fare questo, avulsa da frustrazioni di sorta e contro gli imbroglioni smemorati, intrisi di odio e di disprezzo, che hanno sputato finanche sul piatto dove hanno mangiato come anche su quei cadaveri, cibandosi come di solito fanno le iene e gli avvoltoi.
Questa Lanterna non ha mai fatto discriminazioni né per i “generali” né per i “caporali di giornata” né ha mai utilizzato l’arma dell’insulto, essere galantuomini ed educati è segno di un sano equilibrio mentale, che la rubrica si è vantata sempre di avere. Il tutto nella speranza che la saggezza prevarrà combattendo altresì, quel recinto incancrenito dell’indifferenza.
Auguri a tutti e… A presto!