Elezioni, il Partito Comunista presenta la sua candidata Si tratta di Mariangela Verardi, di San Giovanni in Fiore
Il Partito Comunista, nel collegio 01 plurinominale della Camera, comprendente la Calabria del Nord, ha scelto di candidare Verardi Mariangela, cittadina di San Giovanni in Fiore. Classe ‘88, ha studiato Farmacia all’Unical ed è già da tempo attiva nelle lotte sul territorio, ad esempio supportando i disoccupati di San Giovanni in Fiore quando manifestavano davanti alla prefettura di Cosenza per un lavoro stabile, e portando il contributo del partito alla manifestazione popolare del 28 Novembre dell’anno scorso, dove si rivendicava un “lavoro dignitoso,diritti e sanità”. Provenendo da una terra in cui la disoccupazione di massa è la prima piaga sociale e raggiunge percentuali paragonabili alla Grecia, la lotta per il lavoro, garantito e con salari dignitosi, non può che essere il primo punto nel programma dei comunisti. Per tanto il partito si impegna a portare avanti la battaglia, per la riduzione dell’orario di lavoro a parità di salario, unica risposta alla contraddizione che vede milioni di disoccupati e lavoratori sfiancati da orari sempre più lunghi. Siamo per l’esproprio senza indennizzo delle aziende che delocalizzano, come risarcimento degli sgravi fiscali e dei finanziamenti da parte dello Stato, affidandone la gestione ai lavoratori; L’abolizione delle leggi che precarizzano il lavoro; L’abolizione della legge Fornero e il ritorno alla pensione a 60 anni e anche prima per le professioni usuranti; L’istituzione del salario minimo intercategoriale a 10 euro l’ora. La candidata comunista, inoltre, sottolinea l’importanza della lotta in difesa delle donne delle classi popolari a partire dal rivendicare “uguale lavoro, uguale salario” per entrambi i sessi; la garanzia del diritto alla maternità per le lavoratrici; il diritto a usufruire di un sistema di asili nido pubblico e gratuito. La compagna Verardi, come tutti i candidati e i militanti del Partito Comunista, vive le contraddizioni di questo sistema, ad esempio, il fatto di vivere in un comune di montagna, isolato e popoloso, ma sprovvisto di un ospedale. Pertanto, l’altro punto fondamentale del programma è la sanità pubblica, gratuita e di qualità. Dunque obbiettivo dei comunisti è che la sanità torni ad essere interamente in mano allo Stato, che venga finanziata adeguatamente, che ricomincino le assunzioni e si superi l’attuale situazione di sottorganico, bloccando immediatamente ogni finanziamento alla sanità privata. Solo cosi la salute di ogni cittadino sarà davvero tutelata. Il Partito si impegna a lottare per i diritti sociali nelle periferie, come il quartiere dell’Olivaro di San Giovanni in Fiore da cui proviene Mariangela, per garantire il diritto alla casa, anche attraverso l’esproprio delle grandi imprese immobiliari che tengono appositamente centinaia di migliaia di palazzi sfitti per speculare in borsa e alzare il prezzo degli affitti; per il diritto alla mobilità attraverso un sistema di trasporto interamente pubblico, a prezzi popolari e gestito da lavoratori e utenza; per il diritto all’aggregazione e il contrasto all’esclusione sociale. Finanziare massicciamente i servizi nei quartieri, inoltre, rende possibile la creazione di posti di lavoro.Infine il partito si batte per un’istruzione accessibile a tutti, interamente pubblica e gratuita a tutti i livelli, al servizio del popolo e non delle imprese. Tutte queste non sono promesse, buone per la campagna elettorale e pronte per essere disattese, questo è un programma di lotta! Sarà realizzabile solo se i lavoratori, i disoccupati, i pensionati e i giovani saranno in grado di prendere il potere, di rovesciare questa società, di dare all’Italia il Socialismo.Questo programma potrà attuarsi solo se: l’Italia uscirà dall’ Euro e dall’UE delle banche e delle multinazionali; se uscirà dalla Nato, alleanza militare aggressiva, anacronistica e braccio dell’imperialismo, tagliando le spese militari e ritirando i nostri soldati dalle missioni all’estero;se rifiuterà unilateralmente di pagare il debito pubblico, frutto della speculazione finanziaria e non colpa dei lavoratori. Nazionalizzando le banche e i settori strategici dell’economia, espropriando le grandi imprese, dandole in gestione ai lavoratori e pianificando lo sviluppo economico in base ai bisogni del popolo, i diritti delle persone potranno essere garantiti.