Elezioni regionali, il 26 gennaio la dura competizione nella Piana di Gioia Tauro Quattro consiglieri regionali uscenti, tre del centrodestra e uno del centrosinistra, cercheranno la riconferma in un momento difficile per la politica calabrese
Nel grande rebus delle candidature a governatore della Regione Calabria, tra veti, veleni e tante aspirazioni con annesse velleità di potere, per il dopo Oliverio, sia nel centrodestra che ne centrosinistra, dove tutti si vogliono diventare presidente. L’unica cosa certa sono i candidati per il consiglio regionale i quali sono già in piena campagna elettorale, a circa due mesi dalle elezioni. Come si sa, il prossimo 26 gennaio si voterà e il tempo sta stringendo.
Nel reggino i movimenti sono molto intensi, c’è uno scapicollarsi di note stampa in tutte le salse, basta che ci sia un respiro ed ecco loro presenti a dire quello che sia giusto senza mai guastarsela perché farlo visto che si vota? È una tornata elettorale quella che verrà in cui il voto dovrà avere un significato ben particolare rispetto a quelli precedenti, la Calabria ha bisogno di (ri)vivere e di un riscatto sia esso sociale che economico.
Nella nostra Piana di Gioia Tauro avremo di fronte una competizione interessante in quanto gli uscenti saranno quattro Consiglieri e che chiederanno la loro riconferma ai cittadini elettori.
Chiederà la sua riconferma Giovanni Arruzzolo, il politico di Rosarno entrato in consiglio regionale in quota Ncd (Nuovo Centro Destra), partito che non esiste più dal 2017, appena approdato nella “famiglia” di Forza Italia e dove sarà candidato con il centrodestra. Arruzzolo era entrato in Consiglio con 5.951 preferenze.
Sempre di Forza Italia c’è pure il medico ed ex sindaco di Oppido Mamertina Domenico Giannetta in consiglio regionale da poco più di due mesi, ovvero dall’11 settembre scorso, con i suoi 4.084 voti è subentrato a Alessandro Nicolò capogruppo di Fratelli D’Italia (era stato eletto in quota Forza Italia però fuoriuscito nel 2018 per contrasti all’interno del partito). Quest’ultimo arrestato per associazione mafiosa nell’inchiesta della DDA di Reggio Calabria denominata “Libro nero”.
C’è ancora un altro “azzurro” nella Piana ed è l’ex sindaco di Gioia Tauro Giuseppe Pedà, con i suoi 5.009 voti è subentrato a Francesco Cannizzaro nel giugno del 2018, quest’ultimo eletto alla Camera dei Deputati nel marzo dello stesso anno. Pedà è alla sua prima esperienza regionale. Già Presidente dei giovani imprenditori di Confcommercio della provincia di Reggio Calabria, Pedà è stato anche componente del consiglio di amministrazione delle Ferrovie della Calabria, oltre a essere anche Presidente.
Ma tra una maggioranza nella Piana di uscenti del centrodestra, c’è un consigliere regionale del centrosinistra, tra le altre c, mesi ose il più votato in termini di preferenze, forte dei suoi 7.939 preferenze ed è Francesco D’Agostino.
L’imprenditore di Cittanova non ha avuto vita facile in questo periodo per via di alcune vicende giudiziarie dove ne è uscito completamente assolto e nel maggio la Procura di Reggio Calabria, in uno dei pochi casi visti negli ultimi anni, non si è appellata contro la sentenza di assoluzione pronunciata con rito abbreviato mesi prima.
L’ex vicepresidente del consiglio regionale era stato raggiunto da un avviso di indagine nell’ambito dell’operazione “Alchemia” per una presunta “intestazione fittizia di beni aggravato dall’aver agevolato la ‘ndrangheta”. Il politico eletto con la lista “Oliverio Presidente”, si era autosospeso dalla carica di vicepresidente del consiglio regionale nel luglio del 2016. C’’è da dire che la vicenda che lo riguardava è durata 18 mesi e in questo periodo, dall’inizio della vicenda, prima il Gip, poi il Tribunale della Libertà, infine il Gup, hanno rigettato ogni tipo di accusa.
Francesco D’Agostino dovrà cercare di confermare i suoi voti che non sono pochi, anzi rappresentano un patrimonio di preferenze le quali potranno essere fondamentali per un’affermazione del centrosinistra nella Piana di Gioia Tauro e per tutta la provincia reggina. Anche perché a quelli già citati se ne aggiungeranno altri, soprattutto nel centrodestra, dove la marmellata in questo momento sembra più appetitosa, visti i cambi di casacca (senza vergogna né pudore) e le bandiere al vento, per potersi “lega”re in direzione “carro del vincitore”.
Ma siamo propri sicuri che andrà così?