Elezioni regionali, Irto si ritira, de Magistris avanza, Wanda Ferro sta a guardare e Willy il Coyote corre… Il centrosinistra in panne, il centrodestra è "straconvinto" che vincerà, ma attenzione perchè ci sarà sempre un Beep Beep che guasterà ogni piano
Il ritiro dalla corsa a governatore della Calabria di Nicola Irto, apre scenari diciamo al limite del disastro perché ci si ritrova a circa quattro mesi (?) dalle elezioni regionali, con un centrodestra che amministra la Regione, con quella stessa coalizione di partiti che il grande Montanelli ai suoi tempi definì una “patacca”. Ma quello che più fa riflettere non è tanto la notizia del ritiro (irreversibile?) della candidatura, ma i modi per i quali Nicola Irto ha fatto dietrofront, in quanto parla di suddivisione “in piccoli feudi che giocano a fare gli strateghi per garantirsi una poltrona”, certo, parole che Enrico Berlinguer già le diceva esattamente quarant’anni fa, ossia che “I partiti di oggi sono soprattutto macchine di potere e di clientela”. I “partiti di oggi” di 40 anni fa e quelli di oggi nel terzo millennio, quali le differenze?
Eppure Nicola Irto in un momento così buio per il centrosinistra in Calabria aveva accettato di portare la bandiera della rivalsa contro l’avanzare di un centrodestra il quale sembra, seppur con “impurità” leghiste le quali mettono in imbarazzo il resto della coalizione, da Forza Italia a Fratelli d’Italia, quest’ultima sempre più in crescita nei sondaggi, l’ex presidente del consiglio regionale ha posto in essere un “rischio non calcolato” per limitare i danni di una sonora sconfitta. Così dicono gli analisti politici, i soloni da salotto, quelli che annunciano “verbi” indiscutibili e che lanciano sassi negli stagni di acqua (a convenienza), dove il propagarsi delle onde i perde per dare corpo al pensiero unico (?).
Certo, la questione dei “feudi” tra “sovrani” ne è piena la politica, specie quando la scalata al potere combacia con l’onnipotenza e l’arroganza di decidere le sorti dei cittadini (ignari di quanto accade intorno a essi), ma questo fa parte della sconfitta dei partiti, della politica, della carenza di una formazione politica dove nani e ballerine nonché giullari hanno diritto di parola istituzionale, così come le legioni di imbecilli nei social, così come il grande Umberto Eco ci fece notare prima di lasciarci definitivamente.
Pure Francesco Guccini nel suo Cyrano, in pieno avvento berlusconiano cantava “Facciamola finita, venite tutti avanti nuovi protagonisti, politici rampanti, venite portaborse, ruffiani e mezze calze…” e non solo, “avete spesso fatto del qualunquismo un’arte, coraggio liberisti, buttate giù le carte, tanto ci sarà sempre chi pagherà le spese in questo benedetto, assurdo bel paese”.
Quindi, Nicola Irto scopre l’acqua calda e lo fa in un momento sbagliato, perché c’è un centrodestra al governo regionale che ha scambiato gli “affari correnti” come affari da clientelismo di massa, assume portaborse, assume co.co.co, elargisce finanziamenti, emana decreti e fa tutto quello che dovrebbe fare una giunta con un governatore eletto dal popolo, quale è stata la povera Jole Santelli. La quale sarà, e lo vedrete (e lo stiamo a vedere), tirata in ballo in tutta la prossima campagna elettorale anche come strumento di consenso politico. Sarà crudele questa affermazione, ma lo si sta notando nei social che il “riposo in pace” è ancora una forma leggere di utopia trascendentale.
Ma se non c’è Nicola Irto, chi altro? Eppure il leader Dem Enrico Letta ha “confermato la fiducia”, certo non sarà un “stai sereno” Nicola di renziana memoria, anche se Renzi crea scompigli (usando un eufemismo) anche in Calabria perché il sen. Ernesto Magorno di Italia Viva (il partito dalla grandezza di una massa puntiforme) ha dichiarato di volersi candidare alle primarie (sic!). Ma poi, queste primarie le quali, lo stesso Irto ha dichiarato che più che accettare le primarie non poteva fare, a cosa diavolo servono se non a perdere altro tempo sottratto alla battaglia politica contro le destre?
Intanto Nicola Irto traballa, ma c’è Luigi de Magistris che sta avanzando e non si ferma, incontra gente, promuove incontri, è uomo capace di aggregare ed ha una grande attrazione politica in sé. Si può essere d’accordo o meno con le sue idee, ma paradossalmente potrebbe essere il candidato giusto se appoggiato da una coalizione unita a sconfiggere questo centrodestra. Basta semplicemente mettere da parte rancori passati, non avvelenare il clima, ma soprattutto cercare in tutti i modi di non apparire divisivi, disuniti ed evitare di fare il dispetto alla moglie, tagliandosi…
Come diceva Churchill, “Un uomo fa quello che deve, nonostante le conseguenze personali, nonostante gli ostacoli e i pericoli e le pressioni, e questo è la base di tutta la moralità umana”.
Ma nel centrodestra cosa si dice, oltre al fatto che sono convinti di avere già la vittoria in mano ed al fatto che della Calabria, sembra non importarle niente a nessuno? Visto che la concentrazione elettorale è basata sulle grandi città come Roma e Milano?
C’era il capogruppo alla Camera di Forza Italia Roberto Occhiuto candidato in pectore, poi non si capisce come mai non viene ufficializzata la candidatura, e poi si fa il nome di Nino Spirlì, attuale governatore “facente funzioni”, ma che è della Lega, è fedele salviniano con tutti i copia e incolla del leader del Carroccio, ma l’unico leghista capace di vincere le elezioni è stato Roy Biasi a Taurianova, mentre nelle altre realtà la “scoppola” alla Lega è simile a quelle che prende Willy il Coyote, mentre dà la caccia a Beep Beep, quando cade da strapiombi e dirupi ad altezze inimmaginabili e si salva solo perché è un cartone animato… ah sì, cartoni animati, semplicemente cartoni animati.
Ma cosa ne pensa, sempre parlando di centrodestra, il partito che sta con il fiato sul collo alla Lega, ovvero Fratelli d’Italia? In Calabria il partito della Meloni negli ultimi anni ha subito gravi penalizzazioni dovute a importanti inchieste giudiziarie della DDA, e quindi si cerca di andare con meticoloso ragionamento nelle scelte future. E se tra queste scelte c’è Wanda Ferro, come la mettiamo? Sbaraglierebbe ogni tavolo, farebbe andare di traverso molte ambizioni (nascoste e non. Finte e veritiere), d’altronde uno stipendio che si perde, sarebbe un ritorno alla vecchia normalità dell’anonimato.
Intanto attendiamo l’arrivo di Boccia (e non di Letta) giovedì per capire cosa farà da grande il centrosinistra mentre, nel frattempo, il centrodestra e de Magistris si stanno giocando la vittoria finale.