CATANZARO – Dopo la sentenza della Corte costituzionale che dichiarava parzialmente incostituzionale la legge elettorale regionale che aveva escluso Wanda Ferro dall’ingresso in seno al Consiglio Regionale il Tribunale amministrativo regionale della Calabria ha sciolto l’ultimo nodo necessario per consentire alla candidata a governatore del centrodestra di entrare nella massima assemblea regionale.
Il Tar, infatti, ha dichiarato la decadenza dalla carica di consigliere regionale di Giuseppe Mangialavori, eletto con la lista della Casa delle Libertà, disponendo che al suo posto faccia il suo ingresso in consiglio proprio Wanda Ferro, candidata alla presidenza della Giunta calabrese nel 2014. I giudici amministrativi, alla fine, hanno diramato la querelle sorta tra chi doveva lasciare l’assemblea calabrese tra lo stesso Mangialavori ed Ennio Morrone determinando che dovrà essere il primo a lasciare il posto all’ex presidente della Provincia di Catanzaro.
«Il mio posto – ha commentato a caldo Mangialavori – sarà occupato da Wanda Ferro alla quale auguro un proficuo lavoro ricco di positivi e fecondi risultati politici e amministrativi. Il primo pensiero è rivolto ai miei elettori e ai tanti amici che hanno seguito le mie iniziative di questi due anni al servizio della politica regionale. È proprio da loro che ho tratto la linfa vitale per portare avanti battaglie e proposte orientate da un solo obiettivo: offrire un contributo per una Calabria migliore, più libera, moderna ed emancipata da ogni necessità. Indipendentemente dal mio futuro ruolo, continuerò ad osservare le dinamiche politiche calabresi e ad impegnarmi per renderle più coerenti con le ragioni della crescita e dello sviluppo della comunità calabrese».
L’ormai ex consigliere regionale ha poi precisato che «in questa esperienza ho avuto modo di constatare le mille tante difficoltà che impediscono a questa regione di superare le criticità urgenti e profonde. E ciò ha rafforzato la mia idea di quanto sia necessario stimolare il senso della partecipazione politica e correlare il soddisfacimento dei diritti all’inderogabilità dei doveri. Questa terra ha problemi immensi. Ma ha anche risorse significative. I primi non potranno mai scoraggiare gli animi coraggiosi; per essere superati hanno bisogno di raziocinio e tenacia. Le seconde per affermarsi vanno (realmente) ancorate al merito, unico mezzo per eliminare privilegi, intolleranza e sopraffazione. Sono consapevole di non essere riuscito a centrare tutti i risultati sperati. E ciò anche per la modestia temporale del mandato. Posso comunque assicurare che non ho lesinato energie e ciò mi rende decisamente fiero. Perché nulla mi rende così orgoglioso della consapevolezza di avere operato per la crescita della comunità d’appartenenza». In chiusura un ringraziamento «anche al mio legale di fiducia, Stefano Luciano per essersi impegnato con estrema professionalità nella mia difesa giudiziaria. Un ultimo pensiero è rivolto alla Calabria e ai Calabresi. Ho perseguito l’obiettivo della verità incessantemente. Orgoglioso di avere conosciuto e incontrato molti calabresi disposti ad ascoltarla ed a sostenerla».
Molto soddisfatta la vice coordinatrice regionale di Forza Italia, Wanda Ferro: «La decisione del Tar ha dato seguito a quanto stabilito dalla Consulta, che aveva sancito l’illegittimità della legge elettorale regionale nella parte in cui escludeva l’elezione in consiglio del cosiddetto miglior perdente».
«Ho sempre avuto fiducia nel corso della giustizia – ha aggiunto Ferro – e sono felice che alla fine di questo lungo iter giudiziario sia stata ripristinata una condizione di legalità costituzionale e di democrazia, e soprattutto sia stato restituito ai cittadini il diritto di essere rappresentati da chi ha avuto il preciso mandato di guidare l’opposizione al governo regionale. Insieme alla soddisfazione c’è però grande amarezza per gli oltre due anni trascorsi dal voto, un lungo periodo nel quale – ha sottolineato – mi è stato impedito di esercitare il ruolo che mi è stato affidato dai cittadini, e per il fatto che non è stata ad oggi fatta piena chiarezza sulle responsabilità di quanto avvenuto sul finire della precedente legislatura, che vanno evidentemente ricercate anche nell’operato di precisi settori della burocrazia regionale».
Per questi motivi Wanda Ferro ha auspicato «la costituzione di una commissione di inchiesta all’interno del Consiglio regionale che ricostruisca ruoli e responsabilità nella stesura di un testo di legge palesemente incostituzionale, che ha creato un vulnus gravissimo nella composizione dell’assemblea. Bisogna prendere atto con rammarico, e su questo non posso che concordare con le parole del presidente della Prima sezione del Tar Vincenzo Salamone – ha concluso Ferro – del fatto che siano stati ancora una volta i giudici a doversi sostituire alla politica nella scrittura di una legge elettorale. Una legge, aggiungo, che per la sua importanza deve essere pienamente funzionale ai principi di democrazia e non agli interessi di chi governa o ai calcoli di chi aspira ad essere rieletto».