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TAURIANOVA (RC), DOMENICA 15 DICEMBRE 2024

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Emergenza carceri, interrogazione dei Verdi alla Commissione europea

Emergenza carceri, interrogazione dei Verdi alla Commissione europea

| Il 28, Set 2012

“Come Gruppo Parlamentare dei Verdi al Parlamento Europeo – afferma l’Ecologista Radicale Emilio Quintieri – ci impegneremo affinché la Repubblica Italiana rispetti gli obblighi derivanti dal diritto dell’Unione Europea ed esegua le sentenze pronunciate”

Emergenza carceri, interrogazione dei Verdi alla Commissione europea

“Come Gruppo Parlamentare dei Verdi al Parlamento Europeo – afferma l’Ecologista Radicale Emilio Quintieri – ci impegneremo affinché la Repubblica Italiana rispetti gli obblighi derivanti dal diritto dell’Unione Europea ed esegua le sentenze pronunciate”

 

 

Riceviamo e pubblichiamo: 

Il Gruppo Parlamentare dei Verdi al Parlamento Europeo ha inoltrato alla Commissione

Europea una Interrogazione con richiesta di risposta scritta denunciando la gravissima

ed intollerabile situazione in cui, ormai da troppo tempo, versano le Carceri della

Repubblica Italiana.

L’atto di Sindacato Ispettivo, sollecitato dall’Ecologista Radicale Emilio Quintieri

ed elaborato dallo stesso, è stato sottoscritto dai Deputati Europei dei Verdi Raul

Romeva i Rueda, Rui Tavares, Eva Lichtenberger, Jean-Paul Besset, Karima Delli, Jan

Philipp Albrecht e dai loro colleghi italiani Gianni Pittella e Mario Pirillo del

Gruppo Parlamentare Alleanza Progressista dei Socialisti e Democratici al Parlamento

Europeo ed infine dall’On. Andrea Zanoni membro del Gruppo Parlamentare Alleanza

dei Democratici e dei Liberali per l’Europa.

“Nelle carceri d’Italia, a fronte di una capienza regolamentare di 45.568 posti

sono rinchiuse 66.271 persone detenute delle quali 24.773 straniere. Degli oltre

66.000 detenuti, 25.970 sono ancora in attesa di giudizio mentre i condannati definitivi

risultano essere 38.906. Di questi detenuti 685 sono sottoposti al 41 bis, un regime

detentivo speciale che gli organismi comunitari considerano, a ragione, una forma

sofisticata di tortura, severamente proibita dall’Art. 3 della Convenzione Europea

dei Diritti Umani e dall’Art. 4 della Carta dei Diritti Fondamentali dell’Unione

Europea. In Italia oggi oltre la metà delle persone recluse è sottoposto a custodia

cautelare : si tratta di una delle percentuali più alte di tutta l’Europa che

fotografa chiaramente un’anomalia tutta italiana per non parlare del sovraffollamento

che ha raggiunto il 157% contro una media europea del 97%. Dall’inizio dell’anno

nelle carceri italiane sono morti già 117 detenuti dei quali ben 40 per suicidio.

La Repubblica Italiana è stata già richiamata dal Comitato dei Ministri del Consiglio

d’Europa e condannata migliaia di volte dalla Corte Europea dei Diritti Umani;

attualmente sarebbero pendenti oltre 1.000 ricorsi che, probabilmente, verranno esaminati

con una sentenza pilota”. Tanto premesso, i Parlamentari Europei hanno chiesto

alla Commissione Europea di sapere “se non ritenga urgente agire per assicurare

il rispetto uniforme dei diritti delle persone detenute e di condizioni dignitose

di vita ponendo fine ai trattamenti disumani, crudeli e degradanti posti in essere

in tutte le Carceri della Repubblica Italiana e se non ritenga doveroso avviare d’ufficio

ai sensi dell’Art. 258 del TFUE una procedura di infrazione nei confronti della

Repubblica Italiana per ripetuta violazione degli obblighi derivanti dal diritto

dell’Unione Europea.”

Come Gruppo Parlamentare dei Verdi al Parlamento Europeo – afferma l’Ecologista

Radicale Emilio Quintieri – ci impegneremo affinché la Repubblica Italiana rispetti

gli obblighi derivanti dal diritto dell’Unione Europea ed esegua le sentenze pronunciate

dalla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo di Strasburgo. A nulla sono servite le

condanne, i richiami ed i rimproveri fatti all’Italia in questi anni per cui riteniamo

che la Commissione Europea debba ufficialmente aprire una procedura di infrazione

nei confronti dello Stato membro ingiungendogli di porre fine all’indiscriminata

e reiterata violazione dei diritti umani fondamentali riconosciuti dall’Unione

Europea e, in caso di inottemperanza, di adire formalmente la Corte di Giustizia

del Lussemburgo.

redazione@approdonews.it