Carceri, la Calabria al 3° posto per il sovraffollamento. Napolitano: “Il parlamento intervenga”
redazione | Il 15, Ago 2011
Carceri, la Calabria al 3° posto per il sovraffollamento. Napolitano: “Il parlamento intervenga”
Direttori dei penitenziari, secondini, personale amministrativo, detenuti, ma anche normali cittadini, hanno aderito allo sciopero della fame e della seta per chiedere la convocazione straordinaria dell’Assemblea. Pannella ribadisce: “Subito amnistia”. Solidarietà anche da Casini: “Vado al carcere di Lecce”
CATANZARO – Sono 3.056 i detenuti, di cui 3004 uomini e 52 donne, che si trovano nelle carceri calabresi, a fronte dei 1.791 posti attualmente disponibili. Un surplus di 1.265 presenze che fa attestare la media del sovraffollamento regionale al 70,6%, terzo in Italia. È quanto emerge da una ricerca della Uil Pa Penitenziari relativamente ai dati del primo semestre del 2011. L’istituto penitenziario con il più alto indice di affollamento (anche a livello nazionale) continua ad essere Lamezia Terme (186,7 %), seguito da Castrovillari (119,1 %) e Locri (112 %). Tra i dati forniti dall’organizzazione sindacale ci sono anche quelli relativi ai suicidi ai cosiddetti eventi critici verificatisi nelle strutture di pena della regione dal 1 gennaio al 30 giugno dell’ anno in corso. In questo periodo si è registrato un solo suicidio in cella ed ha interessato il carcere di Castrovillari. I tentati suicidi sono stati 12 (3 a Reggio Calabria e Catanzaro, 2 a Castrovillari ed 1 a Locri, Palmi, Rossano e Vibo Valentia). I detenuti salvati in extremis dal suicidio da parte della polizia penitenziaria sono stati 9. Gli atti di autolesionismo ammontano a 57. I detenuti che hanno posto in essere proteste soggettive (scioperi della fame, rifiuto del vitto, rifiuto della terapia) sono stati 182 mentre 21 sono le proteste collettive. Gli atti di aggressione ai danni di poliziotti penitenziari sono 6, tutte verificatesi nella Casa Circondariale di Catanzaro. Il segretario generale della Uil Pa Penitenziari, Eugenio Sarno, ha evidenziato che «Per l’Amministrazione gli organici del personale di polizia penitenziaria in regione sarebbero al completo. Noi contestiamo questi dati, avendo certezza dei numeri e della reale conoscenza di ogni singola realtà. L’organico complessivo regionale è fissato in 1.604, invece ve ne sono in servizio 1.483»
Istituti sovraffollati, diritti umani calpestati, il triste e crescente elenco dei suicidi, in cui non rientrano solo detenuti disperati ma anche secondini in depressione, il disagio di tante famiglie. Il sistema carcerario in Italia è un’autentica emergenza nazionale. E, per richiamare l’attenzione delle istituzioni e dell’opinione pubblica su quanto avviene dietro le sbarre e le mura dei penitenziari, in oltre duemila oggi hanno aderito allo sciopero della fame e della sete indetto dai radicali. Tra loro, tanti testimoni in prima persona: direttori penitenziari, agenti, educatori, psicologi, assistenti sociali, medici, infermieri, personale amministrativo, volontari, cappellani. Detenuti “ignoti” insieme a mogli, figli. Rappresentanti delle istituzioni e di quel mondo dell’associazionismo che cerca di dare una mano. Senza dimenticare tanti normali cittadini che continuano a credere nella Costituzione e nello Stato di diritto.
Il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ha telefonato a Marco Pannella per “esprimere la sua vicinanza e il suo apprezzamento al leader radicale e a tutti i partecipanti alla giornata di mobilitazione sul tema del sovraffollamento delle carceri e dei diritti umani dei detenuti”. E’ quanto si legge in una nota del Quirinale. “Questo straordinario impegno – aggiunge la nota – è valso a richiamare l’attenzione dell’opinione pubblica, pur dominata in queste settimane dai problemi della crisi finanziaria, su drammatiche questioni come quelle sollevate anche dal Presidente della Repubblica in occasione del recente convegno sulla giustizia e a sollecitare un intervento del Parlamento in tempi ravvicinati”.
Proprio ai richiami del capo dello Stato su “una questione di prepotente urgenza sul piano costituzionale e civile”, citando le parole di Napolitano, fanno riferimento i partecipanti allo sciopero della fame e della sete, – tra cui anche Alfonso Papa, il deputato Pdl recluso nel carcere di Poggioreale a Napoli dal 20 luglio nell’ambito dell’inchiesta sulla cosiddetta “P4” – avendo come obiettivo immediato la convocazione straordinaria del Parlamento sull’emergenza carceri.
A Sky Tg24, Marco Pannella torna a chiedere l’amnistia, in risposta al “no” del ministro della Giustizia, Nitto Palma , che nei giorni scorsi si è invece detto favorevole a un’operazione di depenalizzazione dei reati. “Ma l’amnistia – rileva Pannella – serve per la giustizia, per i magistrati, per i 9 milioni di cittadini che potrebbero aspettare anni per avere giustizia nei tribunali e nei processi. Le iniziative di depenalizzazione noi le chiediamo da 10 anni, ma senza l’amnistia e l’indulto non possiamo fare tutte le altre cose”.
Tra i primi promotori dell’iniziativa anche la vicepresidente del Senato Emma Bonino, la deputata radicale Rita Bernardini, Luigi Manconi presidente di A Buon Diritto, Ornella Favero presidente di Ristretti Orizzonti, Patrizio Gonnella presidente di Antigone, Eugenio Sarno Segretario della UIL-PA Penitenziari, Leo Beneduci Segretario Generale OSAPP (Polizia Penitenziaria) Francesco Quinti responsabile nazionale comparto sicurezza Cgil-Fp, Sergio Stanzani presidente del Partito radicale Nonviolento Transnazionale Transpartito, Mario Staderini segretario di radicali italiani, Sergio D’Elia segretario di Nessuno tocchi Caino, Riccardo Arena conduttore su Radio Radicale della rubrica Radio Carcere, Irene Testa segretaria Associazione radicale “Il Detenuto Ignoto”, Elisabetta Laganà presidente Conferenza Nazionale Volontariato Giustizia, Sandro Favi responsabile carceri Pd, Sandro Battisti, responsabile carceri Alleanza per l’Italia.
A Pannella giunge il sostegno del leader Udc, Pier Ferdinando Casini, che su Facebook annuncia: “Domattina visiterò il carcere di Lecce. Sento il bisogno di ringraziare i Radicali Italiani e Marco Pannella dal quale mi dividono tante cose, ma a cui devo onestamente riconoscere una grande coerenza e passione civile, su questa e altre battaglie”.
E sul socialnetwork corre anche la solidarietà ai detenuti dei giovani avvocati italiani, per il loro dover sottostare a “condizioni carcerarie ormai da tempo oltre il limite consentito in un paese civile”, come rilevato più volte “persino dalla Corte europea dei diritti dell’uomo”. Al profilo Facebook dell’Unione Giovani Avvocati Italiani aderiscono più di mille professionisti. E sono loro ad affermare il “sì” alla necessità che “ogni pena venga scontata, ma che ciò avvenga senza violare l’articolo 32 della Costituzione che tutela la salute come diritto fondamentale dell’individuo e interesse della collettività, e l’articolo 27 per il quale ‘in nessun caso’ la legge può determinare come pene ‘trattamenti contrari al senso di umanità”.
Significativa la piena adesione allo sciopero della fame e della sete di Giovanni Conso, presidente emerito della Corte Costituzionale ed ex ministro della Giustizia. “Mi riconosco – afferma in una nota diffusa dall’ufficio stampa dei radicali – nelle parole del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, laddove afferma che i diritti umani negati per le persone ristrette in carcere, rappresentano una questione di prepotente urgenza sul piano costituzionale e civile. Come sempre, il rispetto dei diritti individuali mi è stato a cuore anche in relazione a quanto stabilisce la Dichiarazione universale dei Diritti Umani”.
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