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TAURIANOVA (RC), VENERDì 29 NOVEMBRE 2024

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Emigrazione calabrese … non sempre fu “sogno americano” “Danny Mangone, una storia fortemente simbolica della nostra sofferta emigrazione, era calabrese. Nacque a Zagarise, in provincia di Catanzaro, nel 1921. Morì tragicamente in un incidente automobilistico

Emigrazione calabrese … non sempre fu “sogno americano” “Danny Mangone, una storia fortemente simbolica della nostra sofferta emigrazione, era calabrese. Nacque a Zagarise, in provincia di Catanzaro, nel 1921. Morì tragicamente in un incidente automobilistico
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L’associazione culturale “Ambasciatori della fame, oggi ci fa conoscere “Danny” Mangone, che nacque a Zagarise, provincia di Catanzaro, il 29 gennaio del
1921 da Paolo (nato a Zagarise il 20 marzo del 1894) e Carmela Folino (nata Zagarise
il 12 febbraio del 1904). Il padre Paolo decise di emigrare per gli Stati Uniti,
portando con se tutta la famiglia, alla ricerca del “sogno americano”. La famiglia
Mangone giunse ad “Ellis Island”, nel 1923, dopo aver attraversato l’oceano
sul piroscafo “Guglielmo Pairce”. Il padre, Paolo, trovò lavoro come minatore
a Caspian, Contea di Iron Country, nel Michigan. Un piccolo villaggio minerario abitato
da una numerosa comunità italo-americana. Il piccolo “Danny” frequentò le scuole
pubbliche inizialmente nella stessa Caspian e poi nella vicina Stambaugh. Appena
maggiorenne anche per “Danny” si aprirono le porte della miniera. Fu assunto
dalla “Hanna Mining Company”. Lavorò anche 14 ore al giorno pur di guadagnare
il necessario per aiutare la famiglia (composta dai genitori, da lui e da altre
5 sorelle ed un fratello). Allo scoppio della Seconda Guerra Mondiale anche per lui
arrivò la “chiamata alle armi”. Tornato dall’esperienza militare, dove si
fece onore ottenendo vari riconoscimenti, sposò Larraine Turner. Per migliorare
l’economia famigliare, oltre al lavoro della miniera, aprì un negozio di frutta
il “Danny’s Fruit Market”. Il suo negozio divenne un punto di riferimento e anche
d’incontro per la intera comunità. Intanto a rallegrare la sua famiglia arrivarono
tre figli: Dan J., Paul e Diane. Tutto sembrava andare per il meglio. Tra l’altro,
lavoratore instancabile, aveva ottenuto diversi riconoscimenti dalla proprietà mineraria
per i risultati ottenuti nell’estrazione di carbone. Era anche un responsabile
della “American Legion Reino Post No21” . Tutto sembrava andare per il meglio.
Ma, purtroppo, la tragedia era in agguato. La mattina del 2 maggio del 1963, un brutto
lunedì, “Danny” si stava recando a lavoro. Lungo la strada per Selden un autostoppista,
Charles Guzowski, gli chiese un passaggio. “Danny” si fermò per caricarlo sul
suo camioncino. Proprio in quel momento sopraggiunse, a forte velocità, un auto
guidata da Adam Zorzin, Capo dei Vigili del Fuoco di Capian, che tamponò violentemente
il camioncino. Il povero “Danny” fu sbalzato fuori dall’abitacolo e le sue
condizioni apparvero immediatamente gravi. Trasportato al Stambaugh General Hospital”
morì poche ore dopo. Fu sepolto, per i suoi coraggiosi trascorsi in guerra, con
gli onori militari. La solidarietà dei cittadini di Caspian aiutò, almeno per qualche
tempo, la moglie a sostenere la famiglia.