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TAURIANOVA (RC), LUNEDì 20 GENNAIO 2025

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Emoderivati destinati al mercato italiano Aifa vieta lotti contaminati da donatore con sospetta mucca pazza del medicinale Albiomin

Emoderivati destinati al mercato italiano Aifa vieta lotti contaminati da donatore con sospetta mucca pazza del medicinale Albiomin
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Si tratta di un provvedimento cautelativo, emanato in attesa dei risultati di verifiche
in atto e adottato a seguito di consolidate azioni di monitoraggio, volto a ridurre
ogni rischio, anche solo ipotetico, per la salute dei pazienti. Così l’Aifa
annuncia il divieto di utilizzo di alcuni lotti di emoderivati del medicinale ALBIOMIN
20% 50 ml Lotto B234284 SCAD. 03/2017, AIC 039073022, della ditta Biotest Italia
sita in Trezzano sul Naviglio (MI) via Leonardo da Vinci 43, in cui sono confluite
le donazioni di un donatore con sospetta Encefalopatia Spongiforme (malattia di Creutzfeldt-Jakob).
Le confezioni di emo o plasmaderivati appartenenti ai lotti oggetto del divieto di
utilizzo dovranno ora essere accantonate, in attesa di ulteriori indagini, che potrebbero
portare ad una revoca del divieto qualora sia accertato che il donatore non è affetto
dalla forma variante della malattia di Creutzfeldt-Jakob. In questo caso, infatti,
le confezioni potrebbero essere ancora utilizzabili entro la data di scadenza riportata
in etichetta. Quanto ai motivi della decisione, l’Aifa sottolinea che “l’eventualità
di una trasmissione della forma variante della malattia di Creutzfeldt-Jakob attraverso
l’utilizzo dei medicinali plasmaderivati, allo stato attuale delle conoscenze, non
é mai stata dimostrata. Infatti, mentre è possibile che essa avvenga attraverso
le trasfusioni, i controlli e i processi di purificazione, inattivazione virale e
le lavorazioni a cui sono sottoposti gli emo o plasmaderivati rendono solo teorico
il rischio ipotizzato di trasmissione della forma variante della malattia di Creutzfeldt-Jakob.
Nel caso della forma sporadica di Creutzfeldt-Jakob, invece, non vi è alcuna evidenza
di trasmissione per via ematica e le linee guida internazionali dell’Agenzia Europea
dei Medicinali (EMA) e della Food and Drug Administration (FDA) degli USA non la
considerano associata ad alcun rischio trasfusionale. Inoltre, in più di 30 anni
di utilizzo di emoderivati, non si è mai verificato alcun caso di trasmissione attraverso
gli stessi, sebbene sia già avvenuto in passato che venisse accertata la presenza
di donatori affetti dalla forma sporadica di malattia di Creutzfeldt-Jakob”. “Tuttavia,
specifica l’Aifa, poiché non esiste ancora un metodo di controllo sicuro per determinare
la presenza dei prioni, non è scientificamente corretto affermare che il rischio
di trasmissione dei prioni è “zero”. A tale proposito è opportuno ricordare
che gli attuali sistemi produttivi utilizzano meccanismi fisici di inattivazione
e rimozione degli agenti patogeni che permettono una riduzione del rischio teorico
superiore a 10mila volte”.Il divieto di utilizzo dei medicinali emo o plasmaderivati
deve quindi essere considerata una misura “assolutamente precauzionale che non
deve generare timore nei pazienti ma, semmai, rafforzare la certezza che vengono
adottate tutte le misure atte a sorvegliare e garantire la sicurezza dei farmaci.
I pazienti, osserva Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti [1]”,
sono invitati a rivolgersi al proprio medico specialista che non avrà alcuna difficoltà
a sostituire i medicinali emo o plasmaderivati prescrivendo delle altre confezioni
in conformità al provvedimento cautelativo adottato da Aifa”.