Entra nel vivo la tensione politica. Sindaci in difesa del Porto di Gioia Tauro
redazione | Il 04, Giu 2011
Bellofiore promuove una azione condivisa in difesa dello scalo
di LUIGI MAMONE
Entra nel vivo la tensione politica. Sindaci in difesa del Porto di Gioia Tauro
Bellofiore promuove una azione condivisa in difesa dello scalo
Entra nel vivo la tensione politica in difesa del Porto di Gioia Tauro. La crisi da tempo nell’aria – e fino a poche settimane fa dolosamente glissata dalle forze politiche e di governo – è esplosa in tutta la sua gravità nel momento in cui la Maersk ha ufficializzato l’abbandono dello scalo gioiese.
Un crisi che stagnava nell’aria e i cui segnali premonitori erano fin troppo evidenti essendo note da tempo le decisioni della governance del transhipment di optare verso i più economici approdi di Tangeri e di Porto Said, con – al contempo – pressioni politiche in ambito nazionale tese a rilanciare gli scali portuali del Nord Est Genova, Livorno e Trieste in primis.
La protesta dei lavoratori portuali dei giorni scorsi, con l’intervento, molto di prammatica del Vicepresidente del Consiglio regionale, On. Antonella Stasi che non ha convinto più di tanto nessuno circa la attuabilità della linea di rilancio del porto dei Gioia, per come presentate dal governo regionale , ha dato il “la” a un momento di forte mobilitazione che ha visto – promosso dal Sindaco di Gioia Tauro, Renato Bellofiore – un consiglio comunale aperto alla cittadinanza, alle forze politiche del comprensorio, ai sindaci e ai neoeletti consiglieri provinciali, agli operatori del settore portuale e agli imprenditori.
Lo stato dell’arte dopo gli interventi è preoccupante. Il futuro del porto appare compromesso dalla politica stessa dei costi che rendono – oggi – lo scalo gioiese non più competitivo in un contesto di azioni politiche scarsamente incisive, marcate, dalla generale pilotata ignavia che ha contraddistinto negli ultimi 20 anni le azioni politiche volte al decollo dell’area industriale e dell’interporto compromettendo la creazione delle tanto attese aree industriali che avrebbero dovuto rappresentare un valore aggiunto all’attività di transhipment ma soprattutto il salvagente dell’intera area portuale che avrebbe smesso di dipendere dal solo traffico di scarico e ricarico dei container sulla banchine di quella che ormai non è più la unica porta d’ingresso mediterranea ai mercati europei.
Ma tant’è. Oscure regie negli anni hanno fatto si che il porto restasse chiuso e funzionale ai soli interessi delle lobbies del transhipment: quelle che oggi vanno via senza dire grazie ne’ dire arrivederci e che hanno consnetito che l’intera area gioiese venisse vocata solo a “ cloaca massima della Piana del Tauro “ e a inceneritore eccellente per i rifiuti di buona parte della regione, con compromissione delle residue potenzialità, non ultima fra le tante il turismo.
Ancora vi sono spazi di manovra, è stato detto – ma occorre una linea di fermezza e di compattezza unita alla coscienze e consapevolezza di dover impedire il ridimensionamento o la chiusura del Porto e di dover rivedere gli accordi che ne limitano oggi la fruibilità e la riconvertibilità.
Il Porto è una risorsa della Regione e dei calabresi e l’economia dell’intera calabria è legata alle sorti del Porto hanno stigmatizzato i che sindaci daranno così vita a nuove azioni sinergiche e congiunte volte anche a levare l’indice contro il governo centrale quello regionale e a costringere la classe politica di governo a assumersi – nel bene e nel male – le proprie responsabilità dio un fallimento che risuonerebbe come la vittoria di tutte le più becere logiche mafiose.
Nella sua trentennale storia, il porto di Gioia è stata la conferma di come la lotta alla criminalità e alle mafie si attui attraverso la crescita civile e culturale, il lavoro e la creazione di sempre nuovi posti di lavoro. Quello che è stato creato , in termini occupazionali dentro il porto e attorno al porto è percentuale residuale di quanto avrebbe potuto essere. Perdere anche questa minima risorsa occupazionale – significherà miseria, povertà, tensioni sociali e brodo di coltura per la crescita della criminalità e il rafforzamento delle mafie.
Ma i cittadini onesti non ci stanno. I lavoratori del porto, i giovani della Piana vogliono crescere nella legalità e con il lavoro su questo è stato tassativo Renato Bellofiore, sindaco di Gioia Tauro che ha assicurato una azione continua e dura a difesa del porto e dell’economia del comprensorio.
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