Enzo Bruno non condivide la chiusura del carcere di Lamezia Il Presidente della Provincia di Catanzaro invita le istituzioni giudiziare ad una mobilitazione per convincere il Ministro Orlando a ritirare il decreto
“La soppressione della Casa circondariale di Lamezia Terme ormai è realtà. Il nostro disappunto per quanto deciso dal ministro della Giustizia, Andrea Orlando, che ha firmato nei giorni scorsi il decreto di chiusura della struttura penitenziaria, si aggiunge a quello dei molti che hanno protestato e combattuto per scongiurarne la chiusura”. E’ quanto afferma Enzo Bruno, presidente della Provincia di Catanzaro, e segretario provinciale della Federazione del Partito democratico di Catanzaro. “Una decisione che arriva nonostante gli appelli e le resistenze degli amministratori locali e la mancata condivisione di Presidente del Tribunale e Procuratore della Repubblica di Lamezia – ha detto ancora Enzo Bruno -. La chiusura della Casa circondariale priva in maniera ingiustificata la città di Lamezia Terme, da sempre impegnata in prima linea nella lotta alla criminalità, di un fondamentale presidio di legalità e sicurezza che inevitabilmente indebolisce e depaupera ancor di più l’apparato di giustizia del territorio lametino. Il nostro pensiero in questo momento va anche al personale della Polizia penitenziaria, e alle loro famiglie, trasferito in altre strutture carcerarie, al cui inevitabile ed importante disagio si unirà quello degli operatori di diritto. La storia della Casa circondariale di Lamezia non può essere cancellata con una firma di decreto – conclude Bruno – soprattutto perché non è stata assolutamente condivisa dalle istituzioni politiche e giudiziarie locali. Sarebbe opportuno sollecitare la deputazione calabrese, regionale e nazionale, di chiedere al ministro Orlando il ritiro del decreto”.