Epidemia di peste bubbonica in Madagascar provoca il contagio di 100 persone in poche settimane L'OMS si mobilita
C’è apprensione in Madagascar per il rischio di una rapida diffusione della peste
bubbonica, che ha colpito da alcuni giorni il Paese con un’epidemia endemica che
è già costata la vita a 21 persone. Ma sono già 100 i contagiati e nelle prossime
ore, come sottolineato dalle autorità locali, il bilancio delle vittime potrebbe
essere destinato a crescere, portando ad un innalzamento dell’allarme non solo
tra le autorità locali ma anche dall’Oms che monitora attentamente la situazione.
La peste, e in particolare quella bubbonica, è endemica in Madagascar e si registrano
almeno 400 casi ogni anno, principalmente nelle zone rurali. Ma quello che preoccupa
l’Oms è la «rapida diffusione» della malattia nella capitale, Antananarivo, e
nelle altre grandi città, così com’è avvenuto nel 2014, quando ci sono stati più
di 40 morti nel Paese. «Siamo preoccupati che la peste si possa diffondere in maniera
estesa perché è già presente in diverse città all’inizio di quella che è solitamente
la stagione epidemica», ha spiegato la dottoressa Charlotte Ndiaye, rappresentante
dell’Oms in Madagascar, aggiungendo che squadre dell’organizzazione sanitaria sono
già sul posto e si coordinano con le autorità sanitarie locali. La peste è una
«malattia della povertà» e si sviluppa in zone malsane e degradate con scarsa
assistenza sanitaria. Il batterio che la provoca, lo Yersinia pestis, si sviluppa
nei ratti, viene poi veicolato dalle pulci. Nell’uomo che è stato punto da una pulce
la malattia si sviluppa di solito in forma bubbonica: se il batterio colpisce i polmoni,
provoca anche la polmonite e si può trasmettere per via aerea quando il malato tossisce.
Diagnosticata in tempo, la peste bubbonica si cura con antibiotici. Ma la forma polmonare,
che è una delle malattie infettive più letali, può portare alla morte in sole
24 ore. Lo “Sportello dei Diritti” che si occupa anche di tutela della salute
dei cittadini, porta all’attenzione del pubblico l’allerta dell’OMS, utile anche
per chi viaggia anche per evitare il contagio da malattie o virus trasmissibili.
Poiché i viaggi verso tale destinazione sono frequenti, evidenzia Giovanni D’Agata,
presidente dello “Sportello dei Diritti”, la vigilanza deve essere mantenuta
per i casi eventualmente importati di Peste nell’UE, anche al fine di aumentare la
consapevolezza tra i medici, gli operatori sanitari e le autorità di sicurezza del
sangue. Tuttavia, casi importati nella UE non sono stati individuati tra migranti
e viaggiatori di ritorno dalla zone endemica.