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TAURIANOVA (RC), VENERDì 22 NOVEMBRE 2024

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Era Enrico Berlinguer… 35 anni fa la morte di un “piccolo” grande leader comunista e della Sinistra europea

Era Enrico Berlinguer… 35 anni fa la morte di un “piccolo” grande leader comunista e della Sinistra europea
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Prefazione “Lo porto via come un amico fraterno, come un figlio, come un compagno di lotta” (Sandro Pertini poche ore dopo il decesso, pronunciò queste parole perché volle trasportare la salma sull’aereo presidenziale)

Sono trascorsi 35 anni da quel drammatico 11 giugno 1984, quando uno dei leader della Sinistra moderna, di quella al passo con i tempi, di quella che aveva nel suo spirito combattivo, l’uguaglianza e la giustizia sociale del paese, veniva a mancare. Un terribile male lo colpì mentre parlava al suo popolo, a quello che lo acclamava, che lo considerava un idolo, un vero mito, ma che era semplicemente una persona umile che desiderava un paese migliore. Era Enrico Berlinguer, era il segretario del Partito Comunista Italiano, era un uomo che amava il suo paese.
Enrico Berlinguer rappresentò la “semplicità” mista a quella umiltà che hanno di solito i veri leader perché le arroganze ce l’hanno i “palloni gonfiati”. Enrico, un uomo che apparentemente sembrava duro, un po’ snob, ma come ci disse la figlia Bianca, era semplicemente timido.
Di quel piccolo grande uomo resta impressa nella memoria, la cosiddetta “questione morale” sempre citata, m ahimè, mai applicata in quanto imperversa la corruttela, il clientelismo e soprattutto i malfattori della politica. già da allora predisse che “I partiti di oggi sono soprattutto macchine di potere e di clientela” ed ancora lo sono. E quei poteri a volte inquinati dalla mafia, dalla criminalità organizzata in genere e da chi abusa della “morale” per i porci comodi. Non era quel che voleva Enrico, così come non avrebbe mai voluto un Partito Democratico, seppur artefice del “compromesso storico”, non avrebbe mai fatto avvicinare una “condizione associativa” democristiana mischiarsi con la storia gloriosa della Sinistra italiana, in quel soggetto amorfo e informe qual è il Partito Democratico. Sempre distinti ma per il bene dell’Italia ma mai “fusi”. Perchè quel Pd, è l’erede di quel Pci che delle lotte contro il potere ne fece battaglie di vita e alcuni caddero sotto i colpi della violenza, sia mafiosa che terroristica. Era quello che affermò che l’Unione Sovietica era “un regime politico che non garantisce il pieno esercizio delle libertà”, cinque anni prima della sua morte. Oggi invece si cerca l’alleato globalista a tutti i costi.
Trentacinque anni da quel “maledetto” comizio di Padova, da quella frase “Compagni, lavorate tutti, casa per casa, strada per strada, azienda per azienda”, per poi sentirsi male e perire dopo quattro giorni di agonia a soli 62 anni. Moriva “un amico fraterno, come un figlio, come un compagno di lotta”, che non era solo di un altro grande del secolo qual era Sandro Pertini all’epoca Capo dello Stato. Enrico, era l’amico di tutti, quel milione e passa di gente accorsa al suo funerale. Era un uomo della Sinistra, di Sinistra che incitava i giovani a “impadronirsi del sapere” contro il “vecchio ordine fondato sul privilegio e sull’ingiustizia”.
Perché ogni condizione in politica, come nella società è figlia della “questione morale”, quella che “esiste da tempo, ma ormai essa è diventata la questione politica prima ed essenziale perché dalla sua soluzione dipende la ripresa di fiducia nelle istituzioni, la effettiva governabilità del paese e la tenuta del regime democratico”. E ribadiva sempre che tale “questione morale”, non si esauriva con il fatto che seppur essendoci “dei ladri, dei corrotti, dei concussori in alte sfere della politica e dell’amministrazione, bisogna scovarli, bisogna denunciarli e bisogna metterli in galera”, no, non era solo questo. Essa in Italia, “fa tutt’uno con l’occupazione dello stato da parte dei partiti governativi e delle loro correnti, fa tutt’uno con la guerra per bande, fa tutt’uno con la concezione della politica e con i metodi di governo di costoro, che vanno semplicemente abbandonati e superati”. Una questione morale al centro del problema italiano, in cui giova un severo rinnovamento della classe politica e dei partiti stessi. Occorre, così come allora, delle forse che auspicano e applicano fattivamente un serio rinnovamento, perché ogni questione morale va affrontata solo attraverso ogni causa politica. perché la causa di un partito provoca gli effetti benefici oppure, ahimè, devastanti in un paese, l’Italia.
Era Enrico Berlinguer (anche lui, uomo del “Pueblo”).