Era stato ucciso per futili motivi nella Locride, confermate in appello le condanne per padre e figlio All'origine del delitto sembra ci fossero dei dissidi per alcuni confini di terreni, morì perché raggiunto da un colpo di pistola sparato dal giovane cugino
Per l’omicidio di Salvatore Pangallo, il 25enne ucciso il 9 novembre di quattro anni fa ad Africo, la Corte d’Appello ha confermato le condanne per Santoro Favasuli a 14 anni e 6 mesi di reclusione, l’uomo accusato di aver ucciso il giovane in concorso con il figlio Pietro Favasuli che usufruito rinunciando alle motivazioni in Appello usufruendo della Legge Cartabia e quindi a una riduzione della pena di un sesto, era stato condannato in primo grado a 16 anni, e dopo la riduzione è diventata definitiva.
Un omicidio per dei dissidi a causa dei confini di alcuni terreni, consumato quattro anni dove Salvatore Pangallo a soli 25 anni muore perché raggiunto da un colpo di pistola sparato dal giovanissimo cugino Pietro Favasuli, arrestato qualche giorno dopo insieme al padre, Santoro Favasuli. I due, si costituirono al termine di serrate ricerche condotte dai carabinieri sotto il coordinamento della Procura di Locri.
La Corte reggina ha indicato in giorni 90 il termine per il deposito della motivazione.