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TAURIANOVA (RC), MARTEDì 26 NOVEMBRE 2024

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Errore giudiziario nell’operazione “Mala sanitas” Il numero intercettato non era dell'ostetrica Pina Grazia Gangemi

Errore giudiziario nell’operazione “Mala sanitas” Il numero intercettato non era dell'ostetrica Pina Grazia Gangemi
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REGGIO CALABRIA – Scambio di persona. È un clamoroso errore giudiziario quello che la difesa di una delle persone indagate ha dimostrato nell’ambito dell’inchiesta “Mala sanitas”. Sarebbe stata indagata per sbaglio, dunque, una delle ostetriche finite nel pentolone dell’indagine della Procura di Reggio Calabria. La 46enne Pina Grazia Gangemi, tra gli undici sanitari degli ospedali Riuniti raggiunti da un provvedimento interdittivo, in realtà risulterebbe estranea ai fatti, facendo decadere di conseguenza le accuse. Tra gli 11 in totale, l’ostetrica infatti era risultata nell’elenco degli indagati con la situazione giudiziaria meno grave, ovvero tra i 7 colpiti dalla misura cautelare della sospensione dall’attività per un anno.

Tuttavia, nel corso dell’interrogatorio di garanzia, eseguito dopo i primi 4, accusati più gravemente, è emerso un errore che ha del clamoroso: il telefono finito sotto intercettazione della Guardia di Finanza non era di Pina Grazia Gangemi, bensì di un altro medico. Ovviamente il Gip del tribunale di Reggio Calabria, Antonino Laganà, ha pertanto disposto l’immediato annullamento della misura interdittiva per l’ostetrica, che a questo punto risulta estranea ad ogni accusa. A far emergere l’errore è stato l’avvocato della donna di Villa San Giovanni, Giuseppe Putortì, che ha documentato il tutto nel corso dell’interrogatorio della sua assistita. La cosa tuttavia porta alla deduzione logica che, sebbene non fosse Pina Grazia Gangemi, comunque una donna è stata intercettata nel parlare dei presunti errori/orrori sanitari finiti al centro dell’inchiesta “mala sanitas”.

Il Giudice delle indagini preliminari, rileva che, “osservato che l’utenza in relazione alla quale veniva ascritto il contenuto indiziario a carico della Gangemi non risulta a lei riconducibile e che pertanto costei risulta estranea all’addebito, si revoca la misura interdittiva della sospensione dell’esercizio della professione medico-sanitaria”. Tuttavia, qualcun altro si è comunque macchiato della colpa di falsificare le cartelle cliniche.