Esclusione Nicolò da tornata elettorale, la Jonica in rivolta "Uno stupro politico"
“Un fulmine a ciel sereno – come altrimenti commentare – la brutale esclusione dalla competizione elettorale al Senato della Repubblica, del Capogruppo di Forza Italia in Consiglio Regionale, On. Alessandro Nicolò, la cui candidatura doveva essere fisiologica senza se e senza ma, considerato il suo tracciato storico al servizio del partito e delle istituzioni. Un errore aberrante e da veri dilettanti della politica non averlo candidato!
E’ quanto dichiarano in una nota congiunta il Presidente del circolo Forza Silvio di San Giovanni di Gerace, Francesco Prudenzini, il Presidente del circolo Forza Silvio di Gerace, Domenico Lambertini, il Presidente del circolo Forza Silvio di Locri, Salvatore Caruso, il Presidente del circolo Forza Silvio di Antonimina, Stefano Rosace e quello di Roccella Jonica, Walter Melcore, che bollano questa decisione come “turpe e riprovevole – se anche solo per un istante -si volge lo sguardo alla storia ultra venticinquennale di Forza Italia a Reggio Calabria e provincia, sempre rappresentata egregiamente da Alessandro Nicolò”.
“Uno ‘stupro politico’, consumato immediatamente dopo l’apposizione del sigillo alla candidatura dell’On. Nicolò con la ratifica al tavolo di Arcore. Un sigillo che è stato ‘strappato’ violentemente da qualche manina, senza alcuna remora o scrupolo e tale esecrabile gesto ha suscitato – al di là delle convinzioni personali e dell’appartenenza politica – una vera e propria sollevazione bipartisan tra l’opinione pubblica.Non è certo questa la sede per valutazioni di merito che sono peraltro superflue e scontate. Resta il fatto incontestabile che la gente, senza esitazione e convintamente, ha etichettato tale esclusione, diventata un caso calabrese e nazionale, come un’autentica ‘bestemmia politica’ che ripugna e sconcerta”.
“Ancora una volta, la nostra terra ed in particolare la provincia reggina vengono oltremodo maltrattatein nome di una partitocrazia romana che non garantisce gli equilibri nella rappresentatività dei singoli territori”.
“Una macroscopica ingiustizia che non onora la politica. Alla luce di ciò e soprattutto in violazione di quei principi di cui testè si è fatto menzione, sono state restituite al partito complessivamente 372 tessere.”