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TAURIANOVA (RC), VENERDì 03 GENNAIO 2025

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Esercito a Tunisi, rilasciati gli arrestati

Esercito a Tunisi, rilasciati gli arrestati

| Il 12, Gen 2011

Lo riferisce Al Jazira. A fuoco tribunale Tozeur Sito Egitto, voci di un possibile golpe militare

Esercito a Tunisi, rilasciati gli arrestati

Lo riferisce Al Jazira. A fuoco tribunale Tozeur Sito Egitto, voci di un possibile golpe militare

 

 

TUNISI – Cinque persone sono morte negli scontri in corso a Tunisi tra manifestanti e forze dell’ordine. Lo dice la televisione satellitare Al Jazira. Secondo Al Jazira le cinque vittime, incluso un professore universitario, sono state uccise con colpi di arma da fuoco durante gli scontri fra manifestanti e polizia. L’Esercito, riferisce ancora l’emittente satellitare, e’ dispiegato in varie zone del Paese ma non partecipa agli scontri. Anche nella notte, secondo testimoni, ci sarebbero state delle vittime. AGGREDITA TROUPE DEL TG3 A TUNISI – Una troupe del Tg3 e’ stata aggredita oggi a Tunisi da alcuni manifestanti, mentre stava documentando le proteste in corso nel centro della citta’. ”I colleghi erano scesi in piazza – spiegano dalla redazione del Tg3 – per seguire una delle manifestazioni, disperse poi dalla polizia con il lancio di lacrimogeni, quando sono stati aggrediti da un gruppo di persone non in divisa. Claudio Rubino e’ stato colpito e gli e’ stata strappata la telecamera, Maria Cuffaro e’ stata spinta a terra, ma entrambi sono riusciti a tornare in albergo. Sembra non sia nulla di grave, anche se ora sono a riposo perche’ sotto shock”. I due giornalisti hanno immediatamente avvisato l’ambasciata italiana dell’accaduto. ”Sono anche riusciti a riavere la telecamera, anche se sembra che sia rotta”, concludono dalla redazione. SITO EGITTO, VOCI DI POSSIBILE GOLPE MILITARE – Si susseguono su internet voci non confermate di un possibile golpe militare in Tunisia in seguito al rifiuto dell’esercito di eseguire gli ordini del presidente Ben Ali di disperdere i manifestanti. E’ quanto scrive il sito del quotidiano egiziano El Wafd, il quale riferisce anche di altre voci secondo le quali la moglie del presidente tunisino sarebbe fuggita negli Emirati Arabi con le figlie per paura di un colpo di stato. Di colpo di stato parla anche un blogger tunisino secondo il quale ci sarebbe anche un incendio nella sede del parlamento e del ministero egli interni a Tunisi. IN FIAMME TRIBUNALE TOZEUR – La sede del tribunale di Tozeur, città turistica alle porte del deserto del Sahara, é stata data alle fiamme. Lo ha annunciato, nel corso di un’edizione straordinaria, Tunis7, la televisione di stato tunisina. Nel centro di Tunisi, da stamani, stazionano in diverse zone mezzi militari dell’ esercito. La loro presenza é stata segnalata, in particolare, nella piazza sulla quale si affacciano la cattedrale cattolica e l’ambasciata di Francia e nei pressi della sede della radiotelevisione di Stato. NOMINATO NUOVO MINISTRO INTERNO – Il presidente tunisino Ben Ali ha nominato un nuovo ministro dell’Interno. Lo ha annunciato il premier Mohammed Ghannouchi in una conferenza stampa. Il nuovo ministro dell’Interno è Ahmed Fraa, ex accademico e sottosegretario. Ben Ali, secondo quanto ha detto il primo ministro, ha anche deciso la creazione di una commissione speciale che indaghi sulla corruzione e sui comportamenti di alcuni funzionari pubblici. Il presidente tunisino Ben Ali ha ordinato il rilascio di tutte le persone arrestate in seguito ai disordini degli ultimi giorni, ha detto il premier tunisino Mohammed Ghannouci. ASHTON, FERMA CONDANNA UE USO SPROPORZIONATO FORZA – L’Unione europea ribadisce la sua ferma condanna per l’uso “sproporzionato” della forza fatto dalla polizia in Tunisia. La condanna è stata ribadita oggi dalla portavoce del capo della diplomazia Ue Catherine Ashton. ”Questa violenza e’ inaccettabile, gli autori devono essere identificati e portati davanti alla giustizia”, ha dichiarato la portavoce Maja Kocijancik. ”Siamo molto preoccupati per il ricorso ad una forza sproporzionata da parte della polizia verso chi manifesta in modo pacifico”, ha aggiunto. La Ue – ha riferito la portavoce – chiedera’ un’inchiesta sui fatti di questi ultimi giorni. Lunedi’ scorso la Ashton aveva espresso ”ferma condanna” degli episodi di violenza che stanno sconvolgendo la Tunisia e il rilascio immediato dei dissidenti detenuti. UE CONSIDERA STOP NEGOZIATI STATUS AVANZATO – La Commissione Ue, che su mandato del Consiglio sta negoziando un rafforzamento delle relazioni con la Tunisia per arrivare al cosiddetto ‘status avanzato’, sta vagliando l’ipotesi di sospendere questo processo. E’ quanto ha spiegato Hugues Mingarelli, direttore del Servizio europeo per l’azione esterna, nel corso della riunione straordinaria della delegazione dell’Europarlamento per le relazioni con i paesi del Maghreb, a Bruxelles. Nell’ambito dei negoziati con Tunisi ”uno degli aspetti – ha affermato Mingarelli – e’ quello di aumentare il dialogo politico sulla governance: ora, alla luce di quanto avviene in questi giorni, e’ in corso una riflessione su un eventuale rafforzamento delle relazioni. Possiamo continuare questi negoziati, a vantaggio della democrazia e perche’ non si assista piu’ a fatti analoghi a quelli di questi giorni, oppure al contrario, il mezzo migliore per aiutare le persone vittime della repressione attuale e’ la sospensione”. Per Mingarelli si tratta quindi di un tema ”in discussione” nell’ambito della Commissione Ue. Ad oggi, gli unici paesi partner del Mediterraneo ad avere uno ”status avanzato” delle relazioni con l’Ue sono Marocco e Giordania CLINTON, AUSPICO SOLUZIONE PACIFICA – Il segretario di Stato Usa, Hillary Clinton, ha auspicato oggi una soluzione pacifica in Tunisia. “Siamo preoccupati per i problemi e l’instabilità” in Tunisia, ha detto la Clinton in una intervista ad Al Arabiya, dicendosi egualmente preoccupata per “la reazione del governo, che sfortunatamente ha provocato la morte di alcuni giovani dimostranti”. “Speriamo ci sia una soluzione pacifica, e che il governo tunisino riesca a trovarla”, ha aggiunto il segretario di Stato nel corso della sua visita a Dubai. La Clinton ha poi espresso il proprio rammarico per la convocazione dell’ambasciatore Usa a Tunisi da parte delle autorità del Paese, che hanno espresso la propria “sorpresa” per le posizioni critiche assunte da Washington. FRATTINI, CONDANNA A OGNI TIPO DI VIOLENZA – E’ necessario “condannare senza se e senza ma ogni forma di violenza contro civili innocenti, ma anche sostenere un governo come la Tunisia che ha pagato un prezzo di sangue per il terrorismo: noi siamo sempre dalla parte della lotta al terrorismo”. Così il ministro degli Esteri, Franco Frattini, torna a commentare i disordini e gli episodi che stanno coinvolgendo alcuni paesi del Nord Africa sottolineando che la “ricetta” resta quella di sostenere questi paesi nel creare le condizioni di sviluppo. Da Berlino, dove partecipa al 18/o vertice italo-tedesco che lo vedrà questa mattina, tra l’altro, in un bilaterale con l’omologo Guido Westerwelle, Frattini spiega che ci sono “ragioni profonde” come il problema della disoccupazione, dei prezzi dei prodotti alimentari cui rischiano di mescolarsi “influssi estremisti”. Il capo della diplomazia italiana ha quindi rilanciato, tra le misure, anche l’iniziativa proposta all’ultimo G20 coreano dal premier Berlusconi di una forte azione contro la speculazione internazionale di prodotti quale “pane, riso e grano”. E ha ricordato il ruolo della Unione del Mediterraneo: “Serve un maggiore impegno dell’Ue. Quanto fatto finora non è sufficiente. Abbiamo fatto poco e solo alcuni paesi europei si sono mossi a livello bilaterale”. Parlano, in particolare del progetto per l’Unione mediterranea, Frattini ha quindi ricordato che i contenuti per ora “sono stati scarsi e non si sono tradotti in progetti concreti: ci siamo bloccati sul nodo della pace in Medio Oriente che non doveva entrare in questa agenda ma rimanere in quella del quartetto e degli altri negoziatori”. BLOGGER, DAREMO GELSOMINI AI POLIZIOTTI – Il movimento dei blogger ha deciso che distribuirà gelsomini ai poliziotti, chiedendo loro di proteggere i manifestanti e di non attaccarli. Lo ha detto il blogger Zied el-Heni, precisando che presto sarà deciso anche il giorno di questa iniziativa. “L’idea è partita dal collega Mahmoud Laroussi, che lavora anche il giornale di opposizione Attariq Aljadid – ha detto el Heni – che ha proposto di distribuire rose . Ma io ho suggerito, anche se siamo in inverno, di distribuire gelsomini, dato che noi siamo ‘il Paese del gelsomino”. Da qui la decisione di connotare intanto il movimento di protesta sociale di queste settimane, in cui anche la contro-informazione dei blogger sta svolgendo un ruolo importante, come la rivolta del gelsomino. L’iniziativa si accompagna a quella del Sindacato dei giornalisti, la cui assemblea generale ha sottoscritto ieri una dichiarazione in cui si sostiene il diritto dei cittadini ad essere informati ed il dovere dei giornalisti a svolgere pienamente il proprio compito. I giornalisti denunciano anche un black out informativo sulle proteste in corso nel Paese e una informazione ufficiale non veritiera. Non vi sono criminali né terroristi nel movimento, sottolineano ancora i giornalisti, ma abusi da parte della polizia e uccisioni illegali. I giornalisti chiedono dunque la costituzione di una commissione nazionale di inchiesta indipendente e chiedono che il ministro dell’interno, Rafiq Haj Qasem, sia ritenuto responsabile di tali uccisioni . PRIMI DISORDINI A TUNISI, SI MUOVE L’ESERCITO dell’inviata Luciana Borsatti Per la prima volta i disordini sociali in Tunisia sono arrivati alle porte della capitale costringendo l’esercito a far sentire la sua presenza in appoggio della polizia. Le forze dell’ordine sono state alle prese con lanci di pietre, incendi, saccheggi e manifestanti esasperati da disoccupazione e poverta’ al punto che si e’ registrato un nuovo suicidio di protesta. Sullo sfondo continua la rincorsa sulle cifre tra il governo e le mille voci di chi sta, come protagonista o osservatore, dall’altra parte: una rincorsa che fa quasi dimenticare quello di cui veramente si parla, cioe’ di morti. Morti negli scontri degli ultimi giorni tra polizia e manifestanti, scesi in piazza soprattutto nell’area centro occidentale del Paese per chiedere il diritto in primo luogo al lavoro. Proprio stasera il ministro della comunicazione Samir Labidi ha convocato una conferenza stampa per dire che le vittime degli scontri nelle ultime 72 ore in Tunisia sono 21, bollando come ”totalmente falsi” bilanci che parlano di 40 o 50 morti con nuove segnalazioni di blogger anche nelle ultime ore (quattro vittime a Hayy Ezzouhour, non lontano dalla capitale). Ma e’ difficile pensare che la contabilita’ delle vittime, che riduce a numeri il costo umano della protesta, possa cambiare nella sostanza l’immagine di quanto in queste settimane in Tunisia stia accadendo. Ovverossia un movimento di protesta senza precedenti negli ultimi decenni, che dal centro del Paese – gia’ teatro di rivolte per il pane come quello del 1984 a Kasserine – e’ arrivato a in questi giorni a lambire anche la ricca costa del nord, con le ultime proteste studentesche di ieri ma anche violenti scontri stasera vicino a Tunisi. A riferirlo alcuni testimoni, che hanno parlato di duri scontri in un sobborgo operaio a soli 15 chilometri dal centro della capitale, la municipalita’ di Ettadhamoun, dove i dimostranti hanno attaccato edifici saccheggiando negozi e dando fuoco ad una banca, a un posto di polizia, ad un autobus e ad almeno due vetture. Per arginare i disordini, secondo giornalisti e testimoni sul posto, le forze dell’ordine hanno sparato colpi d’arma da fuoco in aria e lanciato lacrimogeni. La pericolosita’ della sommossa, con giovani armati di sprange e bottiglie incendiarie, ha spinto le autorita’ a mobilitare l’esercito. Il ministro della comunicazione ha smentito pero’ che le forze dell’ordine abbiano sparato ad alteza d’uomo. Gia’ ieri l’universita’ di Tunisi aveva visto scendere in piazza ieri i suoi studenti. Soprattutto giovani e diplomati e laureati pagano il costo umano di cio’ che ha innescato le prime proteste, la disperazione dei tanti senza lavoro che si sono riconosciuti nel gesto di Mohammed Bouazidi Samir, il giovane ambulante abusivo che si e’ dato fuoco a Sidi Bouzid il 17 dicembre, ed il cui gesto – gia’ imitato da almeno 5-6 persone in diverse localita’ – ha ispirato oggi un altro suicidio, il terzo nella stessa cittadina. L’ultimo a togliersi la vita e’ stato Allaa Hidouri, 23 anni, laureato e disoccupato: sarebbe morto salendo su un palo dell’elettricita’ per poi gettarsi sui cavi dell’alta tensione. Il giovane sarebbe anche stato ferito da proiettili durante le dimostrazioni del 24 dicembre a Menzel Bouzaine. Prima di lui si era dato fuoco anche un padre di famiglia, vicino al mercato di Sidi Bouzid. E fra i morti suicidi tra le fiamme va contato anche un giovane liceale di Ariana, che aveva partecipato ad una manifestazione nella sua scuola. E sempre a Tunisi la polizia tunisina ha disperso oggi l’inizio di una manifestazione ”pacifica” nel centro, dove un gruppo di artisti ha cercato di radunarsi davanti al Teatro municipale ”per denunciare la violenza e l’uso eccessivo delle armi nel centro del paese” ha spiegato Fadhel Jaibi, uomo di teatro. Tra i manifestanti anche gli attori Raja Amari e Sana Daoud, che sarebbero stati picchiati dalla polizia. E oggi a Tunisi vi e’ stata una riunione anche del sindacato dei giornalisti, che hanno rivendicato il loro diritto-dovere di coprire gli eventi di queste settimane, lamentando la scarsa informazione che trapela sui media ufficiali. Intanto la Tunisia continua a essere guardata con sempre piu’ preoccupazione anche dall’estero. La Francia oggi ha deplorato le violenze e fatto appello alla calma, gli eurodeputati della delegazione per il Maghreb hanno anche loro ”deplorato” la depressione e l’uso della forza, preoccupazione e’ stata espressa anche dagli Usa. Dall’Italia, dove ieri il ministro degli Esteri Franco Frattini ha annunciato il confermato il sostegno ai governi algerino e tunisino, ”importante presenza mediterranea anzitutto nella lotta al terrorismo”, il sottosegretario agli Esteri Craxi ha fatto sapere che, se il leader tunisino Ben Ali’ ha fatto molto per il suo Paese, ora deve essere in grado di ”intercettare il cambiamento” e dare voce anche all’opposizione, altrimenti ”il rischio a cui si va incontro e’ molto pesante”.