Esordio per “Tabularasa in musica” Con il coinvolgente jazz-rock di Orelle
È stata la cantautrice Orelle, al secolo Elisabetta Pasquale, ad aprire con garbo ed eleganza Tabularasa in musica, per la prima delle serate del festival 2015 dedicate all’intrattenimento musicale. Assieme alla giovane di origini pugliesi, sul palco si sono esibiti Luca Battista e Domenico Cartago, per una delle tappe del loro tour attraverso il meridione.
Dopo i saluti di rito, il trio ha eseguito i pezzi del primo EP, Primule Radix, pubblicato da Black Candy Records, vera e propria rivelazione dell’anno, assieme a cover di pezzi come ‘Fast has you can’ della cantautrice americana Fiona Apple.
Tra le doti della cantante, oltre alla bellissima voce, una presenza scenica straordinaria a fronte della giovanissima età. “Orelle” ha spiegato l’artista “è il mio primo progetto da solista e nasce circa tre anni fa, ma la gavetta l’ho fatta ben prima scrivendo per progetti musicali progressive rock”. La cantante, che compone da sola i testi e le musiche dei propri brani, si è fatta notare per la capacità di spaziare con estrema disinvoltura in ambiti musicali diversi. Sonorità acoustic-jazz, influenze rock ed una spiccata attitudine cantautoriale si mescolano tra loro, attraversati da una vena pop mai banale.
“Orelle è quindi il frutto di un percorso di crescita” ha detto la cantante “ho trovato la mia identità, anche se può sembrare un concetto astratto, ma ritengo l’esperienza che sto vivendo estremamente formativa”. Infatti, la giovane può vantare già riconoscimenti quali il primo premio del Cagnano Living Festival 2012; la collaborazione con Erica Mou, riguardo alla quale ha raccontato divertita “la gente all’inizio ci confondeva vedendoci entrambe molto giovani e con la chitarra in mano”; un videoclip per il brano tratto da Primulae Radix ‘Caos’; l’apertura di concerti di artisti già affermati, come Nicolò Carnesi e Cristiano Godano, di cui ha detto “Cristiano è una persona splendida e non è per niente come lo dipingono. Con me si è dimostrato molto preparato e attento, abbiamo parlato di tutto, dalla musica alla filosofia. E’ un artista molto colto e preparato”.
Polistrumentista “suono basso e chitarra”, Orelle è un’artista completa e in continua evoluzione “sto studiando contrabbasso, ma sono laureata in radiologia”.
“Negli altri” ha spiegato riferendosi a ‘La ballata dell’inetto’ e ‘Give quiet’ “noto le sfumature di colori e cerco di dare ai miei brani un significato esorcizzante”. “Sono una persona abbastanza timida, perciò uso la musica per venire fuori”. Nei suoi testi, che spaziano dalla confusa malinconia di ‘Caos’ “giorni che presi da soli non dicono nulla/che nell’insieme ancora meno”, passando per la lucidità di ‘Ipotesi Plausibile’ in cui “all’ombra del leone mi nascondo e mastico ironia”, vi è una spiccata consapevolezza. La non banale riflessione sull’affetto nei confronti degli animali domestici, con la bellissima ‘Argo’, cane di Ulisse, che diventa simbolo di “un amore che non cede ad alcuna ostilità” è un esempio della vivace intelligenza della cantante che non rinuncia mai alla propria positività, poiché, ha spiegato “dal caos nasce tutto, dall’ordine quasi nulla”.
Questa è la misura di quanto sembra stia vivendo Orelle, la quale si trova quasi travolta da un mare di esperienze nuove, ma che ritiene positive e da cui trae grande energia. Infatti, tra gli impegni della cantautrice, oltre al tour che si concluderà con l’autunno, è già in cantiere un nuovo album previsto per dicembre. “Primulae Radix” ha detto “è un EP anomalo, è quasi un album. Ho voluto dare ai sei brani che lo compongono un’idea di ciclicità. È la mia ‘prima radice’ nel mondo della musica”.
Spazio, infine, per un saluto alla città di Reggio, che ha incantato per una sera con la sua bravura e la sua bellezza. “Pur avendoci ospitati per un giorno soltanto” ha detto “ci ha consentito di esibirci su un palco prestigioso come quello di Tabularasa e di conoscere la bellezza di questi luoghi”. Infine, ha confessato con estrema simpatia di aver ceduto alla tentazione di concedersi un po’ di meritato relax sulla spiaggia, prima di ripartire con rinnovato entusiasmo.